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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2011 alle ore 17:35.
L'ultima modifica è del 21 giugno 2011 alle ore 12:00.

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Ministero del Lavoro (Ansa)Ministero del Lavoro (Ansa)

Via libera della Camera agli ordini del giorno dell'opposizione contro il trasferimento dei ministeri, presentati da Pd, Idv, Terzo polo e dal Fli (Muro, presentato a titolo personale). Il testo presentato dalla maggioranza (Pdl-Lega Nord-IR) non è stato votato per volere del capogruppo pidiellino Fabrizio Cicchitto, che ha ritenuto sufficiente il parere favorevole dell'esecutivo. L'Esecutivo ha dato parere positivo a tutti gli odg, di segno e di contenuto opposto, presentati. Il testo del Pd è passato con 311 sì, 180 astenuti e 6 no. Il Pdl si è astenuto, mentre i parlamentari del Carroccio non hanno attivato i loro meccanismi di voto. Poi l'aula ha dato anche il via libera all'ordine del giorno, firmato da Luigi Muro (Fli), che impegna il governo a «rigettare la richiesta proveniente dalla Lega Nord di spostamento dei ministeri al Nord«. Odg passato, forse per errore, anche con il voto favorevole del Pdl, che aveva firmato col Carroccio un odg di segno opposto.

Il Carroccio abbandona l'aula
I deputati della Lega hanno abbandonato l'Aula per protestare contro le parole di Fini, che aveva definito una "furberia tattica" quella del capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, di rinunciare al voto sulla mozione comune Pdl-Lega sul trasferimento dei ministeri. Piccata la risposta di Cicchitto: «Signor presidente, lei non deve intervenire come fosse un cronista o un deputato. Rinvio al mittente, cioè a lei, l'accusa di furberia tattica».

Bossi: sui ministeri nessun passo indietro
Il Senatur, Umberto Bossi, poco prima del voto, aveva annunciato: nessun passo indietro della Lega sul trasferimento dei ministeri al Nord. «È un fatto d'obbligo dell'Europa fare quella roba lì. L'hanno fatto in Inghilterra e Germania. È necessario coinvolgere tutto il Paese. Passo indietro della Lega? No», ha detto Bossi ai cronisti alla Camera.

Cosa prevedeva l'odg Lega-Pdl
Fatto l'accordo nella notte sul trasferimento dei ministeri nel corso di un vertice a Palazzo Grazioli, Carroccio e Pdl (hanno firmato anche i Responsabili) avevano presentato un odg congiunto al decreto Sviluppo, in cui si confermava che a essere distaccati saranno solamente degli uffici ministeriali di rappresentanza, pur se operativi. I ministeri, nella loro autonomia, ma nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione su Roma Capitale, potranno istituire delle sedi di rappresentanza operative altrove, senza costi aggiuntivi per lo Stato. Il testo impegnava il governo a istituire «sedi di rappresentanza operative» che non contrastino con «l'intangibilità delle funzioni di Governo» e con «l'unicità» della sede dove si svolgono.

Il Pd chiedeva di escludere ogni ipotesi di delocalizzazione dei ministeri
L'accordo di stanotte fra Pdl e Carroccio è stato commentato dal segretario del Pd ,Pier Luigi Bersani, avvicinato alla Camera, con un «Poveri leghisti, sono andati fino a Pontida e hanno fatto il viaggio per niente». Il Pd aveva chiesto di escludere ogni ipotesi di delocalizzazione dei ministeri. Indignato il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli: «Mentre Moody's declassa 23 enti pubblici e l'Italia rischia di fare la fine della Grecia il fatto che governo e Parlamento non abbiano di meglio da fare che discutere sulle sedi di rappresentanza dei ministeri per cercare la quadra di una maggioranza che è ormai in frantumi è una drammatica vergogna».

Per l'Udc l'iniziativa leghista è una buffonata
Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha definito l'iniziativa leghista una "buffonata". «I ministeri al nord, seppur di rappresentanza, dimostrano come le priorità del Governo non sono per un rilancio del Sud, e le parole sbandierate al vento, in questi anni, dal Governo Berlusconi, rimangono solo parole», ha commentato il capogruppo dell'Udc in commissione Finanze della Camera, Angelo Cera.

Amato: i ministeri devono restare nella Capitale
I ministeri devono restare a Roma, non possono essere spostati. Ne è convinto l'ex premier Giuliano Amato. «Ho scritto su questo argomento la settimana scorsa - ha detto nel corso di un'intervista a Ballarò che andrà in onda stasera - e ho espresso un'opinione che era di assoluta perplessità nel merito e di constatazione che la Costituzione della Repubblica, da alcuni anni, dice che Roma è la capitale d'Italia. E la capitale può non ospitare tante cose che oggi ospita. Ma non può non ospitare i ministeri».

Alemanno: il parere favorevole del governo chiude la vicenda
«Il parere favorevole del Governo su tutti gli ordini del giorno contrari allo spostamento dei ministeri da Roma chiude definitivamente questa vicenda», ha commentayo il primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno. « Tutto questo rende ormai inutile qualsiasi raccolta di firme pro e contro lo spostamento dei ministeri. Roma rimane Capitale, occupiamoci ora di cose serie».

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