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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2011 alle ore 16:11.

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La maggioranza accelera sulle intercettazioni. Così nella riunione dei capigruppo di Montecitorio, che si è svolta nel pomeriggio, il Pdl ha chiesto e ottenuto di poter riprendere l'esame del disegno di legge l'ultima settimana di luglio. Non è detto però che il testo sia effettivamente votato in quella settimana, vista la probabile coincidenza con la manovra. Il ddl poi è al quarto punto in calendario. L'esame potrebbe dunque slittare anche alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva. Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto ha lasciato intendere che non vi è un'eccessiva fretta: «Potremmo esaminare il ddl anche la prima settimana di agosto o a settembre. Dipenderà dalla logica dei lavori parlamentari».

Pdl: si ricominci da testo Governo
Il testo dal quale il Pdl vorrebbe ripartire è quello che è già all'esame dell'Aula di Montecitorio e che è stato approvato dal Senato il 10 giugno del 2010. Il provvedimento, dopo un lungo braccio di ferro tra finiani e berlusconiani che vide in prima fila il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, era stato licenziato anche dalla commissione di Montecitorio nel luglio del 2010. Nel testo, che si era poi impantanato alla Camera, erano previste, tra gli altri, proroghe di 15 giorni per gli ascolti; possibilità di collocare ricetrasmittenti anche in automobili e uffici; sanzioni per editori ridotte; carcere per le "talpe" delle Procure e per chi fa registrazioni in maniera "fraudolenta".

L'Anm protesta: la giustizia ha altre priorità
Immediata la reazione del sindacato delle toghe che torna a difendere quello che considera uno strumento fondamentale per le indagini. «La modifica della legge sulle intercettazioni non è una priorità. La giustizia ha bisogno di altre ugenze - sottolinea Luca Palamara, presidente dell'Anm -: un processo che si svolga in tempi ragionevoli e creare mezzi e strutture per poter svolgere processi e non per cancellarli. Altro tema sul quale si può discutere - aggiunge - è quello relativo alla pubblicazione degli atti, che però non va legato a singole vicende processuali».

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