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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2011 alle ore 14:11.

Strano il destino di Michel Taubmann: all'inizio di maggio è su tutti i giornali di Francia perché autore del libro «Il vero romanzo di Dominique Strauss-Kahn» (Editions du Moment). Il brillante banchiere di sinistra, ex ministro delle Finanze alla guida del Fondo monetario internazionale dal 2007 e protagonista di questa biografia, era l'uomo del momento: probabile candidato socialista alle presidenziali francesi del 2012, dato vincente contro il sempre meno popolare Nicolas Sarkozy.

Pochi giorni dopo si avvera quanto lo stesso DSK (foto) aveva predetto in un'intervista a Liberation a fine aprile: «Mi possono rovinare per diversi motivi, fra cui il fatto che sono ebreo e le donne». Quindici giorni dopo, il 14 maggio, Strauss-Kahn è in manette a New York, accusato di stupro da una cameriera trentaduenne d'origine africana.

Il biografo Taubmann è costretto a scrivere un seconda versione del libro incentrata sulle vicende giudiziarie americane di DSK in cui aggiunge la conversazione con una «funzionaria bene informata» avvenuta all'Assemblea nazionale (il Parlamento francese) il 6 aprile: «DSK esploderà in volo... sarà polverizzato da una bomba atomica, una deflagrazione, uno tsunami. Non potrà nemmeno partecipare alle primarie del partito socialista». La bomba era l'accusa di stupro, sequestro di persona e altri cinque capi d'accusa formulati dalla giustizia americana che avrebbero potuto portare a una condanna a 74 anni di carcere.

In questi due mesi di passione fra stampa aggressiva, giudici impassibili, i flash su Anne Sinclair, terza moglie-anchorwoman elegante e discreta sempre al fianco del marito, Taubmann ha il tempo di ricontattare quella fonte, il 26 maggio, e chiederle «Allora, come lo sapevi?». La risposta è un evasivo: «Ho avuto l'informazione da una persona altolocata nel mondo degli affari in Francia».

Il biografo deve così scrivere una storia che inizia come racconto di cronaca e costume e si trasforma, a metà maggio, in un poliziesco condito da sospetti di intrighi in alto loco. Il libro che originarianente Taubmann dà alle stampe è infatti un'inchiesta sull'uomo-candidato Strauss-Kahn che avrebbe dovuto lanciare la campagna elettorale del banchiere ed economista socialista alla presidenza delle repubblica francese. Racconto in cui si tessono le lodi del duo DSK-Sinclair: «È una coppia politico-mediatica accusata a volte di ultrasionismo. Invece sono due persone che conoscono davvero il mondo e la cultura arabo-musulmana».

Taubmann parte però da quel doppio cognome frutto dei due nonni, il naturale Strauss e l'adottivo Kahn, forse premonizione di una vita giocata sulla doppiezza e l'incapacità strutturale di essere monogamo. Racconta infatti Taubmann che Dominique è frutto di una famiglia allargata ante-litteram: la nonna Yvonne sposò il nonno Gaston, dai due nacque il padre di Dominique, Gilbert. Poi nonna Yvonne fece un altro figlio con il cugino del marito, Marius Kahn, sfuggito a un futuro da rabbino e accolto in casa dalla coppia Strauss: i due figli del menage a trois vennerò chiamati Strauss-Kahn e vissero sotto lo stesso tetto.


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