Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 13:04.

My24

Contro di me una violenta campagna denigratoria
Quindi intona l'attacco contro la gogna mediatica. «Nessuno meglio di me - ha detto ancora il premier conosce queste campagne di aggressione mediatica. Nessuno è stato tanto oggetto di violenza denigratoria». Non c'è «violenza peggiore di quella che ridicolizza una persona, mette in discussione una vita». Che sembra poi la storia, a detta dello stesso premier del peones Scilipoti. «Quello sofferto da Mimmo è stato impressionante. Chi ha coraggio merita stima. Scilipoti è stato aggredito e offeso persino nei suoi affetti più cari».

La politica non può dare tutte le risposte
Quindi un passaggio sulla manovra e sullo sforzo chiesto agli italiani. «Non è compito della politica e dello Stato dare tutte le risposte. Per agganciare la crescità serve anche «lo spirito di sacrificio con cui i cittadini sono disposti alla revisione di un welfare obsoleto che per garantire tutti non garantisce chi ha davvero bisogno». La manovra, insomma, s'ha da fare. E dopo il bastone il premier agita la carota verso il centro-sinistra. «L'ho annunciato io stesso in conferenza stampa, il governo è assolutamente aperto a modifiche durante l'iter parlamentare senza però che sia modificato il saldo finale». Un messaggio diretto però anche a quanti nella maggioranza spingono per modificare alcuni punti del decreto di correzione dei conti.

Libia: ero e sono contrario alla guerra, ma ho mani legate
Poi il Cavaliere torna su due temi assai spinosi. Il primo è quello delle missioni all'estero dove il pressing della Lega è asfissiante e continua la minaccia di far saltare il tavolo. Ecco quindi che Berlusconi sfodera la sua verità. «Ero e sono contrario all'intervento in Libia ma ho avuto le mani legate dal voto del Parlamento del mio Paese e sono stato costretto ad accettarlo non solo per la decisione dell'Onu ma anche per l'intervento del capo dello Stato alle Camere». Insomma, Bossi è avvisato. E per ora il compromesso raggiunto oggi in Cdm dovrebbe assicurare la tenuta della maggioranza.

Il Cavaliere garantista su Papa. E per Bankitalia c'è tempo fino a novembre
Ma c'è un altro capitolo che agita i sonni del premier: il voto su Alfonso Papa, ex pm e deputato del Pdl, finito nel vortice dell'inchiesta sulla P4. «Credo non ci sia ancora nulla, non conosco il caso concreto, aspetto di sentire cosa dirà la Giunta. Io sono naturalmente un garantista». Quanto all'ultimo nodo sul tavolo dell'esecutivo, la successione a Mario Draghi al vertice di Bankitalia, il presidente del Consiglio prende tempo. «Stiamo parlando serenamente, ho fatto diverse interviste, vedrò rappresentanti della Banca d'Italia e credo anche l'opposizione, ma non c'è premura perché il termine è il primo novembre»

Shopping24

Dai nostri archivi