Dall'Inghilterra una brutta lezione di giornalismo

«Bisogna essere privi di scrupoli per fare pubblicità sulla prossima edizione del News of The World». Il commento che s'insinua per Londra ha trovato conferma sul mercato. Sono bocciati i titoli di Rupert Murdoch, dopo lo scandalo delle intercettazioni illegali effettuate dal suo gruppo News International, ed è premiata la concorrenza del Mirror, perché presunto recettore delle inserzioni negate all'editore australiano.

La pubblicità che salva o condanna secondo criteri di etica della comunicazione potrebbe essere sviluppo di grande interesse se non indugerà nell'ipocrisia. Sarà utile capire se l'interpretazione a dir poco staliniana del diritto di cronaca applicata dal News of The World è davvero del tutto aliena ad altri tabloid britannici. Oppure se così, più o meno, fan tutti.
È presto per dirlo, ma lumi si attendono per ricalibrare un adagio - quello dell'eccellenza del giornalismo anglosassone - che lo stesso leader dell'opposizione Ed Miliband vede ora sfregiato. Adagio da contenere al giornalismo di qualità che resta di grande livello, ma rischia danni se costretto ad abitare, anche da separato in casa, con quello ultrapopolare. La convivenza è strategia che Rupert Murdoch ha sempre teorizzato declinando stampa di marca (Times) a stampa, almeno nei metodi, spazzatura (News of The World) per ragioni di budget e per ragioni di influenza politica. Gioiello della corona potrebbe essere fra qualche giorno la pay tv BskyB, se il governo inglese darà l'ok finale.

I più dicono di sì, ma i fatti di questi giorni scuotono tante certezze. Le perplessità sono legittime. Senza il sostegno dei media di Rupert Murdoch le elezioni, in Gran Bretagna, non le vincono né i conservatori né i laburisti. Accade da anni e accade per la varietà dell'offerta mediatica del gruppo. Per questo "il metodo News of The World" è deplorevole per la deriva morale che rappresenta, ma diviene inquietante se ad applicarlo è un giornale della squadra di Murdoch.