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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2011 alle ore 14:38.

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LONDRA – Rupert Murdoch atterra a Londra per ascoltare questa notte l'ultimo giro di rotativa del News of The World, testata che comperò nel 1969 cominciando la sua straordinaria avventura nei media britannici. L'ultimo numero in edicola domani è già oggetto di culto con prenotazioni nelle edicole, in attesa delle misteriose sorprese che potrà contenere.

Fino a notte resterà, crediamo, in conclave con lo stato maggiore del management, dal figlio James, erede indicato, a Rebekah Brooks la rossa contestatissima ceo di NewsInternational divisione britannica di NewsCorp. Incrocerà Londra in lungo e in largo, the shark, lo squalo, come l'ottantenne editore continua ad essere chiamato, ma senza fare soste a Downing street. Dopo la denuncia «di rapporti troppo amichevoli» fra stampa e media pronunciata dal correo – per sua stessa ammissione – premier David Cameron è opportuno che le distanze si ristabiliscano subito. Niente più cene private senza registrazioni nell'appartamento dei Cameron al numero 10 di Downing street.

Effetti indotti di quello che qualcuno già chiama Watergate britannico. Immagine che l'ex portavoce di David Cameron ed ex direttore del News of The World, Andy Coulson, ha cementato ieri sera quando, uscendo dal carcere su cauzione ha buttato là un osso ghiotto per i cronisti. «Ho moltissime cose da dirvi, ma non posso». Sensazione rafforzata ancor di più dal sibillino commento di Rebekah Brooks che ai suoi ex colleghi di News of the World ha detto «altro uscirà, fra un anno capirete perché è stato chiuso il giornale».

Watergate è metafora spicciola, ma la trama di uno spionaggio a tappeto che incrocia e inquina la politica inglese sotto la spinta dell'incredibile potere mediatico di Rupert Murdoch, emerge con sempre maggiore nettezza. È questione di ore l'annuncio di quale giudice dovrà guidare la prima delle due inchieste commissionate dal premier. Quella che dovrà scandagliare le attività del settimanale tabloid appena chiuso per capire se le intercettazioni – devastante la portata morale di quella al telefono di Milly Dowler, la tredicenne assassinata da un serial killer – fossero davvero un metodo sistematico e fino a che punto la polizia fosse connivente. La seconda indagine deve invece analizzare i rapporti obliqui per ammissione di David Cameron e del leader dell'opposizione Ed Milliband, fra stampa e potere nel regno di Elisabetta.

Sullo sfondo di questo esercizio filosofico-giudiziario prosegue l'indagine della polizia che punta a chiarire se, fra l'altro, ci sia un tentativo di cover up da parte del management del gruppo. Lo ha denunciato il Guardian, testata che per prima ha svelato lo scandalo con un'operazione di investigative journalism da premio Pulitzer. I dirigenti di NewsInternational hanno smentito, soprattutto, che ci sia stata la cancellazione di milioni di e mail come il Guardian sostiene. Nella notte, inoltre, un'altra persone, di cui non è stata rivelata l'identità, è stata arrestata.

In parallelo si rafforza l'impressione che BskyB, il deal fortissimamente voluto da Rupert Murdoch per consolidare la pay tv nel suo gruppo editoriale, sia sempre più lontana. Gli hedge fund scaricano le posizioni e il titolo ha bruciato solo venerdì l'8 per cento. I tempi di una decisione si allungano a primavera, ma prima di allora molto altro uscirà. Abbastanza credono i più per affossare l'operazione BskyB e segnare, con quel gesto, l'inizio, vero, della fine di Rupert Murdoch editore dei due mondi. Lo squalo arriva per interrompere il corso degli eventi, ma forse è davvero troppo tardi.

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