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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2011 alle ore 19:56.
L'ultima modifica è del 14 luglio 2011 alle ore 14:30.

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L'appello di Napolitano: per il futuro occorreranno altre prove di coesione (Ansa)L'appello di Napolitano: per il futuro occorreranno altre prove di coesione (Ansa)

Nel giorno in cui il Senato è impegnato nel varo della manovra, il capo dello Stato,Giorgio Napolitano, da Zagabria torna a far sentire la sua voce e lancia un nuovo appello alla coesione nazionale per consentire all'Italia di reagire alla crisi e agli attacchi speculativi. Poi, nel pomeriggio, quando il Senato ha archiviato la manovra approvando la fiducia posta dal governo, il presidente della Repubblica commenta una battuta.

«La manovra già alla Camera? È un miracolo». Al rientro dopo l'incontro con il primo ministro croato Jadranka Kosor, il capo dello Stato si è infatti informato con i suoi collaboratori sulle ultime novità in Italia. Il suo portavoce gli ha dato allora la notizia del via libera di Palazzo Madama al decreto. «È già in commissione alla Camera, e in fotocopia sarà varata domani dalla Camera», ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini, che accompagna Napolitano nella visita di Stato. A quel punto Napolitano ha commentato, riferendosi ai tempi rapidi del passaggio parlamentare: «è un miracolo».

Napolitano: altre prove di coesione serviranno per il futuro
Prima del via libera di Palazzo Madama, il presidente della Repubblica era tornato stamane a rinnovare innanzitutto il proprio apprezzamento per l'intesa bipartisan sui tempi di approvazione del decreto di correzione dei conti, ma si era poi detto certo che altre prove di compattezza serviranno anche nel futuro. «Sono convinto che anche per il futuro prossimo occorreranno altre prove di coesione».

Napolitano: molto positivo accordo tra maggioranza e opposizione
Il capo dello Stato aveva quindi lodato dunque il senso di responsabilità di maggioranza e opposizione. «L'accordo sui tempi è stato molto positivo - spiega - nessuno poteva pensare che ci fosse in quattro e quattr'otto un accordo anche sui contenuti. L'accordo sui tempi si deve alla comune percezione di tutti dei rischi cui è esposta l'Italia e della comune assunzione di responsabilità». Realizzare queste prove, aggiunge ancora Napolitano, «dipenderà da tutti, maggioranza e opposizione, dai soggetti sociali e da tutte le realtà istituzionali che contano nel nostro Paese».

Il capo dello Stato: crisi euro sarebbe crisi del progetto Ue
Quindi il presidente della Repubblica torna sul terremoto che sta scuotendo i mercati italiani ed europei e che rischia di mettere a repentaglio anche la tenuta dell'euro. «La crisi della moneta unica significherebbe la crisi del progetto comune europeo. Dopo un passo avanti di tale portata, l'euro, non si torna indietro indenni», ha assicurato il capo dello Stato. «Mi sembra che dopo mesi convulsi, questo sia stato finalmente capito da tutti». Per assicurare un futuro alla moneta unica servono quindi ricette condivise. «Se il mercato unico non avrebbe potuto reggere senza la moneta unica, è venuto ora il momento di assicurare la stabilità dell'euro attraverso una rafforzata governance dell'economia europea - ha sottolineato - le cui basi sono state gettate dagli ultimi consigli europei e in definitiva attraverso un deciso avanzamento in senso politico dell'Unità Europea».

In gioco c'è il ruolo dell'Europa
Napolitano accosta la necessità di difendere l'euro al ruolo che l'Ue deve giocare nel Mediterraneo. «Si tratta di difendere e consolidare l'euro o di fare la nostra parte nell'intera area mediterranea, la posta in gioco è il ruolo dell'Europa in un mondo che conosce un cambiamento incessante». Un'Europa che va allargandosi proprio alla Croazia, che ha appena ricevuto da Bruxelles il via libero per l'adesione all'Unione Europea, dal 1° gennaio 2013. La Croazia sarà così il 28° paese membro dell'UE, il secondo dell'area balcanica dopo la Slovenia.

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