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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2011 alle ore 16:59.

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«Arrivare a un accordo di importanza storica per la riduzione del deficit è arduo ma i sondaggi dimostrano che anche gli elettori repubblicani sono a favore del conseguimento di questo obiettivo». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama all'inizio della conferenza stampa in corso a Washington.

«In ogni caso - ha detto Obama - quale che sia l'accordo che uscirà dai negoziati, dovrà comunque rappresentare un pegno significativo per la riduzione del deficit». In un'ottica di lungo periodo, ha aggiunto il presidente, occorrerà agire sulla riduzione delle spese del piano sanitario, Medicare, e sull'aumento delle entrate. «Abbiamo ora un'occasione unica di stabilizzare le finanze del nostro paese - ha detto Obama - che ha ricordato come il tempo sia ormai agli sgoccioli».

«E' arrivato il momento di prendere una decisione» per risolvere il problema del debito: così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si era rivolto ai leader del Congresso, al termine di una nuova giornata di negoziati con i repubblicani terminata senza accordo. E mentre le trattative con l'opposizione repubblicana sono in una situazione di impasse, le due grandi agenzie di rating, Moody's e Standard & Poor's hanno avvertito che potrebbero abbassare il rating degli Stati Uniti, attualmente al livello Aaa.

Obama è particolarmente irritato per lo stallo, e ha accusato i repubblicani di non pensare al bene del paese. Il presidente ha sospeso gli incontri e concede ai leader del Congresso 24-36 ore per verificare se un accordo è possibile.

La pressione per aumentare il tetto del debito sale. Dopo Moody's, anche Standard & Poor's mette sotto osservazione con implicazioni negative il rating degli Stati Uniti, che potrebbe tagliare nei prossimi tre mesi in caso di un mancato accordo sul debito.
Le negoziazioni procedono e un piano B per ridurre il deficit e aumentare il limite legale del debito prende forma.
L'azione di S&P di mettere sotto osservazione il rating mostra che il Congresso deve agire rapidamente per alzare il tetto del debito, evidenzia il Tesoro. «Non c'è modo di concedere al Congresso più tempo per il piano» di riduzione del deficit e del debito - afferma il segretario al Tesoro, Timothy Geithner -, «è il momento di muoversi. Gli Usa rispetteranno i propri impegni e prenderanno le misure per evitare il default».

Il presidente della Fed, Ben Bernanke, avverte: un default va evitato, distruggerebbe la fiducia e causerebbe il caos. «La Fed non può compensare l'impatto di un default sull'economia» spiega Bernanke. Un default sarebbe una «catastrofe» ammonisce l'amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon.

La pressione su un accordo per la riduzione del deficit e del debito sale e nonostante le frustrazioni alcune certezze sembrano essere state determinate. I repubblicani possono continuare a opporsi a un aumento delle tasse o ridurre la richiesta di un taglio delle spese. I democratici possono accettare più elevati tagli alle spese e diminuire le richieste di un aumento della pressione fiscale. L'ammontare dei tagli è oggetto di scontro, con la Casa Bianca che ritiene che una delle opzioni sia 1.500 miliardi di dollari di tagli in dieci anni e Obama che avrebbe offerto riduzioni della spesa per 2.000 miliardi di dollari.

Il tempo a disposizione per un accordo stringe, il 2 agosto gli Stati Uniti potrebbero fare default. Il 3 agosto il governo dovrebbe pagare 23 miliardi di dollari di 29 milioni di americani per il Social Security. Il 4 agosto successivo 90 miliardi di dollari di debito maturano e il 15 agosto il Tesoro dovrebbe pagare 30 miliardi di dollari di interessi sul debito.

Inizia il ritiro americano dall'Afghanistan (di Gianandrea Gaiani)

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