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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2011 alle ore 11:18.
Terremoto al vertice della polizia londinese: dopo le inaspettate dimissioni domenica sera di Sir Paul Stephenson, il capo della Metropolitan Police e il poliziotto più alto in grado in tutta la Gran Bretagna, oggi è stata la volta del suo vice John Yates, responsabile dell'anti-terrorismo. Yates è stato costretto alle dimissioni perché sono emersi nuovi dettagli sulla sua amicizia con Neil Wallis, ex vicedirettore di News of the World ai tempi delle intercettazioni che era stato poi assunto dalla Met come consulente per le pubbliche relazioni.
Yates era da giorni nel mirino perché era stato lui a decidere nel 2009 di non riaprire l'inchiesta sulle intercettazioni illegali ritenendola una perdita di tempo. La settimana scorsa aveva ammesso di avere sbagliato ma aveva rifiutato di dare le dimissioni.
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Il suo capo Stephenson ha dichiarato che lascia a causa dello scandalo sulle intercettazioni telefoniche ma a testa alta e «con la mia integrità intatta». Anche lui, pur non avendo preso la decisione di assumere Wallis, era stato travolto dalla rivelazione del lavoro per la polizia dell'ex giornalista, venuta fuori giovedi giovedì scorso quando Wallis è stato arrestato nell'ambito della nuova indagine sulle intercettazioni.
Sia il sindaco di Londra Boris Johnson che il Governo hanno assicurato di non avere chiesto la testa di Stephenson e che la decisione di lasciare l'incarico è stata sua. Annunciando le sue dimissioni però Stephenson ha deliberatamente coinvolto David Cameron, creando grande imbarazzo al premier. Il commissario ha spiegato infatti di non avere rivelato i rapporti tra Met e Wallis per «non compromettere il primo ministro che chiaramente aveva rapporti molto stretti con Andy Coulson».
Rincarando la dose, Stephenson ha aggiunto che «Wallis, al contrario di Coulson, non aveva dovuto dare le dimissioni da News of the World e a quanto mi risultava non era coinvolto in alcun modo nelle intercettazioni». Coulson, ex direttore del giornale ed ex capo di Wallis, aveva lasciato la direzione del News of the World in seguito allo scandalo ed era poi stato assunto da Cameron come capo delle comunicazioni e portato al cuore di Downing Street quando il leader conservatore era diventato premier lo scorso maggio. In gennaio Coulson ha dato le dimissioni e anche lui, come Wallis, è stato arrestato nei giorni scorsi.
Cameron, che oggi è in Sudafrica per una visita ufficiale, ha fatto sapere di «comprendere e rispettare le ragioni» delle dimissioni di Stephenson. Il premier ha però deciso di tagliar corto il suo viaggio africano: domani andrà in Nigeria e poi tornerà di corsa in Gran Bretagna per occuparsi delle ripercussioni dello scandalo, annullando la prevista visita in Sudan e Ruanda. Cameron ha anche indetto una riunione straordinaria del Parlamento mercoledì mattina per discutere dello scandalo, rinviando di un giorno la prevista chiusura per le vacanze estive.
Intanto Rebekah Brooks, ex amministratore delegato di News International che era stata arrestata ieri mattina, è stata rilasciata su cauzione ieri a mezzanotte. Il suo portavoce ha detto che i suoi legali stanno ora decidendo se la Brooks potrà presentarsi in Parlamento come previsto domani per essere interrogata sullo scandalo dalla commissione Cultura e Media. Sono stati convocati anche Rupert Murdoch e il figlio James e c'è grande attesa per quello che diranno e l'atteggiamento che terranno. Secondo voci insistenti James Murdoch sarà il prossimo ad essere se non arrestato almeno interrogato dalla polizia come testimone a conoscenza dei fatti.
In serata è stato reso noto che Standard & Poor's potrebbe tagliare il rating di News Corp. L'agenzia ha messo sotto osservazione con implicazioni negative il giudizio sul gruppo fondato da Murdoch. Il titolo News Corp ha perso il 4,2% a Wall Street dopo le indiscrezioni su un possibile cambio al vertice.
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