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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2011 alle ore 19:17.
Filippo Penati si è dimesso dalla carica di vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia con una lettera inviata al presidente dell'assemblea lombarda, Davide Boni. «Caro Presidente - ha scritto nella lettera - ti comunico la mia decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di Vicepresidente del consiglio regionale, come peraltro annunciato anche alla stampa». L'ex presidente della provincia di Milano e sindaco di Sesto San Giovanni Filippo Penati del Pd è indagato per concussione e corruzione dalla procura della repubblica di Monza che ha aperto un fascicolo per presunti illeciti riguardo la gestione dell'ex area Falck di Sesto San Giovanni. Le dimissioni dall'incarico di presidente del consiglio regionale seguono la decisione di autosospendersi presa la scorsa settimana.
Filippo Penati nella lettera inviata al presidente del Consiglio regionale ha ribadito la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Monza che lo ha indagato per corruzione, concussione e illecito finanziamento dei partiti per le presunte tangenti per le aree Fack di Sesto san Giovanni.
«Caro Presidente, - inizia la lettera - ti comunico la mia decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di Vicepresidente del Consiglio regionale, come peraltro annunciato anche alla stampa. Devo ribadire anche a te la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono addebitati. Sono certo che riuscirò a chiarire positivamente la mia posizione e confido di poterlo fare nel più breve tempo possibile, sorretto dalla coscienza di non aver commesso nulla di illegale».
«Ora - aggiunge - il mio primo obiettivo è quello di recuperare il mio onore e di dare serenità alla mia famiglia. Visto il clamore e l'eccezionale esposizione mediatica, penso siano imprevedibili tempi brevi per la chiarificazione dell'intera vicenda e pertanto ritengo opportuno garantire la piena funzionalità dell'Ufficio di Presidenza da cui mi sono autosospeso immediatamente dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia, rassegnando quindi le mie dimissioni dall'Ufficio di Presidenza. Avendo apprezzato te e gli altri colleghi della Presidenza durante il lavoro comune, con rinnovata stima».
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