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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2011 alle ore 11:19.

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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rinunciato agli aumenti di stipendio fino alla fine del mandato. Il Capo dello Stato ha comunicato la sua decisione al ministro dell'Economia e delle finanze, Giulio Tremonti. Rinuncerà dal corrente anno e fino alla scadenza del suo mandato, all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo - stabilito dalla legge 23 luglio 1985, n. 372 - dell'assegno attribuitogli dalla stessa legge ai sensi dell'articolo 84 della Costituzione.

Risparmi per oltre 15 milioni di euro nel triennio 2011-2013
Con l'applicazione della norma sul contributo di solidarietà sulle pensioni e per la riforma delle pensioni di anzianità, sono stati ridotte del 5 e del 10% retribuzioni e pensioni per la parte eccedente 90.000 e 150.000 euro ed è stato applicato il blocco delle progressioni automatiche e la riduzione delle spese per beni e servizi). A seguito di queste iniziative il Quirinale, quindi, provvederà a restituire al ministero dell'Economia 15.048.000 euro nel triennio 2011-2013, nonché di 562.737 euro nell'anno 2014.

Si sommano ai risparmi 2006-2011 di oltre 56 milioni
Restituzioni che si aggiungono ai risparmi realizzati nel periodo 2006-2011 - che ammontano complessivamente a 56.316.000 euro - per effetto dei provvedimenti di contenimento della spesa già adottati autonomamente nel medesimo periodo (blocco del turnover, soppressione del meccanismo di allineamento automatico delle retribuzioni a quelle del personale del Senato, congelamento fino al 2013 degli importi tabellari degli stipendi e delle pensioni, riduzione dei compensi per il personale comandato e distaccato e di numerose indennità, contenimento degli straordinari, riduzione delle ferie, aumento dell'orario di lavoro e riorganizzazione amministrativa interna).

Dotazione del Colle fino al 2013 al valore nominale del 2008
Tali economie e aumenti di produttività, unitamente al contenimento dei pensionamenti anticipati per effetto della incisiva riforma delle pensioni di anzianità, hanno consentito - spiga il Quirinale, grazie ai risparmi realizzati, di bloccare fino al 2013 la dotazione a carico del bilancio dello Stato al valore nominale del 2008 a fronte di una inflazione che da allora ha già raggiunto il 6,6% sulla base dell'indice dei prezzi al consumo.

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