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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2011 alle ore 08:08.

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di Marco Mobili
I suoi primi interlocutori saranno i mercati. Oggi quando alle 15 e poi alle 17.30 il premier Silvio Berlusconi prenderà la parola, prima alla Camera e poi al Senato per l'informativa del Governo sulla crisi finanziaria, dovrà convincere soprattutto le principali piazze finanziarie che l'Italia non è in pericolo, che la recente manovra economica, approvata a tempo di record proprio per la stabilità finanziaria del Paese, ha messo in sicurezza i conti pubblici, e che nuove misure potranno dare segnali rassicuranti anche sul fronte della crescita.

La premessa del suo intervento, dunque, sarà tesa a dimostrare che l'Italia è solida e che, come è emerso anche ieri dal Comitato di stabilità economica e finanziaria, il sistema bancario e finanziario italiano tiene. Le banche hanno liquidità sufficiente e dall'economia reale arrivano segnali confortanti. Quanto alla reazione dei mercati, per Berlusconi si basa sulla sottovalutazione di quanto fatto dall'Europa sulla crisi greca, ma anche dai fondamentali dei conti pubblici italiani, delle banche e dei privati.

Nella serata di ieri il premier ha riunito gli stati maggiori del Pdl, cui si sono aggregati gli esponenti della Lega, Calderoli e Maroni, e lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per mettere a punto l'intervento di oggi. Il testo su cui si sarebbe lavorato si divide in tre parti: la prima tesa a rassicurare cittadini e mercati; la seconda rivolta alle parti sociali e all'opposizione; la terza ed ultima, infine, è più prettamente politica ed è tesa a mettere in guardia le opposizioni dalla tentazione di 'scorciatoie' contro l'interesse del Paese.

Per far fronte alla crisi, però, Berlusconi farà appello alla coesione nazionale prevedendo - come gli ha chiesto anche il capo dello Stato - misure integrative alla manovra e una serie di interventi 'concordati' per la crescita e l'occupazione.
Sulla manovra economica Berlusconi si appresterebbe, infatti, ad annunciare che il Governo punterà ad anticipare il pareggio di bilancio, oggi previsto dalla manovra economica come traguardo del 2014. Mentre sul fronte della crescita il premier si siederà domani al tavolo con le parti sociali per rilanciare «Il patto per la crescita» che miri alla stabilità e alla coesione sociale, anche attraverso la riforma del fisco e del lavoro.

Nella sua informativa di oggi il Premier non entrerà nel merito delle misure che saranno adottate proprio per rispettare il confronto con le parti sociali. Si ripartirà dal rilancio delle infrastrutture con o sblocco da parte del Cipe delle risorse per il Sud e soprattutto dall'agenda tracciata da Sacconi, ma puntando maggiormente su alcuni aspetti: la riforma del fisco, il piano per il Sud e la riforma del lavoro. Sul primo aspetto, ribadirà che obiettivo della legge delega è la riduzione della pressione fiscale su lavoratori e imprese, salvaguardando le famiglie numerose e cercando soluzioni alternative all'Irap. Il premier è convinto però che anche sul fronte del lavoro si possa fare qualcosa per attrarre investimenti: a cominciare da una revisione dello Statuto, già proposto dal governo, ma attualmente su un binario morto.

Coesione e confronto aperto sulle misure da adottare per la crescita anche con le opposizioni, il tutto nel pieno rispetto delle istituzioni e del Parlamento. A tal punto che nel suo discorso di oggi Berlusconi non escluderebbe l'ipotesi di un suo possibile ritorno in Parlamento per riferire alle Camere sull'esito del confronto con le parti sociali.
Probabile, infine, un accenno ai costi della politica, probabilmente per auspicare una maggiore «sobrietà».

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