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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2011 alle ore 16:57.

L'aula della Camera ha respinto con il voto dei deputati della maggioranza di centrodestra, la richiesta dei magistrati che indagano sugli appalti del G8 e su quelli per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo di poter utilizzare le intercettazioni nei confronti del coordinatore del Pdl, Denis Verdini. La proposta della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio di dire no alla magistratura è stata approvata con 301 voti a favore e 278 contrari e 3 astenuti. Anche se in aula Verdini si era dichiarato favorevole all'autorizzazione.

Verdini, rivedere le norme che regolano le intercettazioni
Verdini in aula prima del voto ha parlato di "intercettazioni continue" e ha detto che proprio per questo chiede che vengano usate tutte, visto che «ne mancano almeno mille». Ha sottolineato che è sbagliato «estrapolare alcune conversazioni» che invece «vanno inserite nelle altre. Qui si trasforma la vita di ognuno in reato. Rapporti di 30, 40 anni di amicizia diventano questioni criminogene». Per il deputato del Pdl c'é qualcosa di distorto nell'attuale sistema delle intercettazioni: «sono stato messo nel tritarcarne e sono rimasto zitto. Sono andato dai magistrati mentre giravano le chiavette, le famose pendrive che avevano tutti in mano. Questo non mi sembra un privilegio di un parlamentare». Anzi, qui «si discute di una cosa senza senso» perché «queste intercettazioni sono da tutte le parti», le interccetazioni «ce l'hanno tutti, sulle pennette, sui giornali integrali o parziali"». Per Verdini, dunque, «è necessario rivedere le norme che regolano le intercettazioni per evitare quello che è successo a me, travolto da due anni di persecuzione».

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