Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2011 alle ore 12:50.
L'ultima modifica è del 04 agosto 2011 alle ore 10:01.
Cambiare l'architettura istituzionale dello Stato
Per agganciare la crescita e rendere più celeri le procedure, ha detto Berlusconi, bisogna cambiare l'architettura istituzionale dello Stato. Berlusconi ha ribadito che il nostro paese soffre di un gap infrastrutturale e ha una amministrazione pubblica pletorica. Queste, ha aggiunto, sono concause del rallentamento della crescita economica italiana. Ed è per questo, ha ripetito Berlusconi, che è necessario cambiare l'architettura istituzionale dello Stato. E ha annunciato a breve un provvedimento sulle intercettazioni («La privacy - avrebbe ribadito il premier, secondo quanto riferiscono i presenti - é il principale diritto di liberta»).
Tremonti: decidiamo insieme. Vogliamo fare la riforma del fisco
«Spirito di questo incontro è trasformare le criticità in opportunità, dobbiamo decidere insieme cosa possiamo fare», ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ai rappresentanti delle parti sociali durante l'incontro di palazzo Chigi. Tremonti ha ribadito che «si può fare di più per la crescita, ma dipende anche dalla geografia, dalla demografia e dall'amministrazione». Ha detto di non voler rinunciare «alla riforma fiscale. Se la delega assistenziale va avanti, riusciamo a fare quella fiscale». Ha ribadito che «il pil non si fa per decreto. Se non vessino puntato al pareggio di bilancio non avremmo avuto nemmeno il Pil». E ha aggiunto che il raggiungimento del pareggio di bilancio «è fondamentale, soprattutto per la credibilità del Paese». Sui costi della politca ha detto che una «buona parte» degli interventi necessari per ridurre i costi della politica «è contenuta nel decreto legge vigente. Va applicato».
Tremonti: la crisi è globale
La crisi che sta investendo i mercati «non è europea, ma globale», ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, rivolgendosi alle parti sociali. Tremonti ha ricordato che «la banca centrale svizzera oggi ha azzerato i tassi di interesse, quella del Giappone ha concesso liquidità illimitata: i problemi dunque - ha continuato - non sono europei, ma globali». Secondo il ministro dell'Economia, la situazione finanziaria non corrisponde alla situazione dell'economia reale: «oggi - ha detto - il 45 per cento del Pil europeo ha spread che non rispondono a fondamentali economici».
Regole condivise a sostegno dell'euro
Per il premier sono fondamentale per le regole condivise a sostegno dell'euro. «Ho lasciato Bruxelles con la convinzione - ha detto il presidente del Consiglio nella riunione a palazzo Chigi - che l'Europa oggi ha gli strumenti per difendere con maggiore vigore la costruzione comune. L'Italia ha sempre onorato il proprio debito. Negli anni abbiamo dimostrato di essere stati capaci a ridurlo»..
Trentasei le sigle invitate al tavolo
Per il governo sono presenti il premier Silvio Berlusconi, i ministri Giulio Tremonti, Raffaele Fitto, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Mariastella Gelmini, Roberto Calderoli, Paolo Romani, Saverio Romano e il sottosegretario Gianni Letta. Sono presenti inoltre i rappresentanti di tutte le 36 sigle invitate con il numero uno degli industriali Emma Marcegaglia, i segretari generali della Cgil Susanna Camusso, della Cisl Raffaele Bonanni, della Uil Luigi Angeletti,
©RIPRODUZIONE RISERVATA