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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2011 alle ore 19:00.

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Trentacinque auto blu al Quirinale e non quaranta, delle quali solo tre a disposizione del Presidente della Repubblica per gli spostamenti di Giorgio Napolitano.

È argomentata in maniera secca e dura la nota con cui il Quirinale ha replicato con una nota di precisazione all'intervento con cui ieri in aula alla Camera il presidente dei deputati della Lega Marco Reguzzoni ha invitato il Governo, fra l'altro, a dire «basta alle 40 auto blu del Presidente della
Repubblica che è una sola persona», in nome dei tagli ai costi della politica.

Il segretariato generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra, con una nota diffusa dal Colle, ha infatti voluto precisare che «il parco macchine del Quirinale ammonta complessivamente a 35 autovetture e non a 40 come è stato sostenuto in un intervento in Parlamento». E «di queste sono a disposizione del Presidente per i suoi spostamenti solo 3 Lancia Thesis, blindate per ragioni di sicurezza ed usate alternativamente per esigenze di manutenzione, particolarmente frequente in tali autovetture».

«Altre 2 sono autovetture storiche - Lancia Flaminia 335 del 1961 - sono utilizzate - ha chiarito ancora il Quirinale - in occasione di particolari solenni cerimonie (insediamento dei Presidenti della Repubblica, parata del 2 giugno), e 4 le auto di alta rappresentanza a disposizione di Capi di Stato esteri in visita in Italia. Ancora 2 vetture storiche sono in concessione al Museo Nazionale dell'Automobile di Torino e al Museo Storico della Motorizzazione militare a Roma. Dunque a disposizione
dell'intera struttura restano 24 autovetture, di cui 2 sono pulmini utilizzati per abbreviare i cortei nei trasferimenti collettivi».

«In occasione delle sostituzioni è stata programmata l'utilizzazione di autovetture di cilindrata inferiore ancora prima delle disposizioni emanate in proposito. E anche di ciò - ha concluso il Colle- è stata data puntuale comunicazione al ministro Brunetta che già lo scorso anno aveva ottenuto e resi pubblici i dati richiesti».

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