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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2011 alle ore 08:10.
PARIGI - Al termine di una settimana nerissima, per i mercati e per i titoli sovrani dei Paesi più esposti, la politica europea si è mossa. Bisogna rassicurare, ridare fiducia, convincere che l'accordo del 21 luglio - sul potenziamento del fondo salva-Stati Efsf - diventerà rapidamente operativo, garantire che i Governi sono convinti e uniti nel varare riforme che riportino sotto controllo i conti pubblici.
Nicolas Sarkozy, presidente francese ma anche presidente di turno del G-8 e del G-20, ha discusso al telefono con Angela Merkel, José Luis Zapatero, Barack Obama e Silvio Berlusconi, con il quale è stata evocata la possibilità di un vertice straordinario dei ministri delle Finanze del G-7 da tenere nei prossimi giorni, preludio a una riunione del G-8 a livello di capi di Stato. La cancelliera tedesca ha parlato pure con David Cameron. Tutti sono d'accordo, secondo un portavoce del Governo tedesco, nel fare in fretta, nell'accelerare i tempi di attuazione dell'intesa di Bruxelles. Un accordo politico che per diventare realtà ha bisogno del via libera dei Parlamenti nazionali. È previsto per settembre, ma intanto la pressione dei mercati cresce, diventa insostenibile.
Non è sufficiente, come hanno fatto insieme Berlusconi e Zapatero, definire «poco comprensibili le forti fluttuazioni e i movimenti speculativi sul debito» dei due Paesi.
Le parole, le dichiarazioni, gli impegni solenni non bastano neppure alla Bce per spingerla a estendere i propri acquisti alle obbligazioni spagnole e italiane. «Per comprare i titoli italiani - ha spiegato un'anonima fonte di Francoforte all'agenzia Reuters - è necessario che Roma acceleri le riforme in campo previdenziale e inserisca in Costituzione il vincolo del pareggio di bilancio. L'Italia deve annunciare qualcosa molto, molto presto. Solo così si potranno superare le resistenze interne alla Bce e facilitare l'intervento. L'unica operazione che in questo momento può stabilizzare i mercati. In caso contrario mi sembra difficile sopravvivere a un'altra settimana come quella appena trascorsa».
L'opposizione è ovviamente quella della Germania - il governatore della Bundesbank Jens Weidmann e il capoeconomista Jurgen Stark - che ha preteso una maggiore pressione sul Governo Berlusconi affinché adotti riforme più radicali.
«Non c'è un no di principio - ha aggiunto la fonte della Reuters - ma un sì condizionato. È frustrante sentire Berlusconi che annuncia il varo di riforme decisive per liberalizzare l'economia e poi vederlo in Parlamento a fare un discorso populista dicendo che tutto va bene».
Questa apertura della Banca centrale europea sull'acquisto di Btp e Bonos, sia pure non confermata ufficialmente da Francoforte, è stata sufficiente per riportare un po' di calma sui mercati e abbassare gli spread tra i titoli spagnoli e italiani e i Bund tedeschi.
Il commissario europeo Olli Rehn, precipitosamente rientrato dalle vacanze per organizzare una conferenza stampa a Bruxelles, ha comunque ribadito che non c'è alcuna ipotesi di piani di aiuto nei confronti di Spagna e Italia. E ha definito «ingiustificato» il comportamento dei mercati rispetto ai fondamentali economici e di bilancio di Madrid e Roma. Pur sollecitando il Governo Berlusconi ad «accelerare le riforme strutturali necessarie per spingere la crescita». «Le autorità - ha spiegato Rehn - dovrebbero lavorare con le parti sociali per adottare misure coraggiose e implementarle senza ritardi. In quest'ottica le liberalizzazioni delle professioni e ulteriori riforme del mercato del lavoro dovrebbero avere la priorità».
Il commissario ha inoltre annunciato un passo avanti verso la creazione delle obbligazioni europee, i cosiddetti Eurobond. Esplicitamente auspicati, in una lettera congiunta, dal presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e dal ministro italiano Giulio Tremonti e altrettanto esplicitamente osteggiati da Berlino, che vuole in ogni modo evitare di collettivizzare i rischi sovrani.
«Una volta raggiunto l'accordo, che dovrebbe arrivare in settembre, sulla riforma della governance economica dell'area euro - ha detto Rehn - la commissione presenterà un rapporto sulle obbligazioni europee. Uno strumento che può migliorare la disciplina di bilancio degli Stati e aumentare la liquidità sui mercati».