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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2011 alle ore 20:30.
L'ultima modifica è del 11 agosto 2011 alle ore 10:57.
«Non potevo dire di più a Borse aperte e prima di incontrare il presidente della Repubblica». Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha risposto a chi aveva definito poco dettagliato e «fumoso» il suo intervento alle commissioni riunite di Affari Costituzionali e Bilancio a Montecitorio e confermato l'incontro con il capo dello Stato, che si è svolto nel pomeriggio e al quale ha partecipato anche il premier Silvio Berlusconi.
Il ministro ha poi espresso un ulteriore commento in serata. «Un incontro positivo e costruttivo pur nella dialettica di una sede parlamentare così vasta. Un contributo sicuramente importante in vista del difficile lavoro che ci aspetta per la discussione del prossimo provvedimento predisposto nell'interesse del Paese. Sono sicuro - ha aggiunto Tremonti - che ci saranno altre occasioni di confronto e di discussione con il contributo determinante dell'opposizione».
Come è stato sottolineato anche dal presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Donato Bruno, Tremonti oggi doveva soprattutto discutere della riforma dell'articolo 81, non definire i particolari dei provvedimenti dallo studio del Governo. In ogni caso, ha aggiunto poi il ministro, «presenteremo un provvedimento che sarà discutibile in Parlamento», riferendosi al prossimo decreto legge sui conti pubblici: «Avrete degli atti, avrete un decreto. Ma non ci si venga a dire che non c'è stata un'azione istantanea e rapida. La scelta dell'anticipo del pareggio è stata fatta venerdì sera, credo sia difficile dire "siete fermi"».
Intanto si parla di un'anticipazione del Cdm annunciato ieri per il 18 agosto, a una data compresa fra domani e il 16 agosto. Ma su questo non ci sono ancora conferme ufficiali. Sul capitolo dei possibili tagli agli stipendi della pubblica amministrazione, Tremonti ha poi specificato che «non abbiamo intenzione di ridurli» , spiegando che l'ipotesi di intervenire sulle retribuzioni degli statali è soltanto una delle indicazioni della Bce, che l'esecutivo però non condivide.
La modifica «necessaria» dell'articolo 81 della Costituzione
L'informtiva del ministro era iniziata con la presentazione del progetto di riforma dell'articolo 81 della Costituzione, che Tremonti ha definito «necessaria»: «E' evidente che dobbiamo cambiarlo - ha affermato - esiste un vincolo in tutta Europa».
«L'articolo 81 - ha spiegato - non costituisce un caso di successo, siamo arrivati a fare il terzo-quarto debito pubblico del mondo, un record che viene avvicinato da altri paesi. Tuttavia la nostra è posizione oggettivamente straordinaria in rapporto al Pil».
Data la dimensione del debito pubblico italiano «più forte è il passaggio costituzionale meglio è» per il pareggio di bilancio, ha aggiunto Tremonti, spiegando che visto che «il vincolo viene dall'Europa si potrebbe anche importare la norma» con il combinato tra articolo 11 e 117 della Costituzione. Ma nel nostro caso sarebbe meglio un passaggio «forte». In questo senso, la proposta presentata del senatore Nicola Rossi e da altri è giudicata da Tremonti «la migliore».
Le misure allo studio del Governo
Ma era soprattutto la seconda parte dell'intervento di Tremonti la più attesa, quella sulle misure allo studio del Governo: Tremonti ha ribadito la riforma dell'articolo 81, alla quale si accompagna quella dell'articolo 41 sulle liberalizzazioni, «ma è fondamentale passare dalla Costituzione, perché il sistema giuridico è troppo complesso, tanto da aver creato un "nuovo Medioevo"», ha detto il ministro.
«Dobbiamo intervenire sui costi della politica con più incisività, tornare sulla materia con impegno maggiore, su numero, retribuzioni e complessità del sistema. Intervenire sui servizi pubblici e le professioni, con l'applicazione della normativa europea. Più nel dettaglio, un'ipotesi è accorpare sulle domeniche le festività, ferme quelle religiose, un modo tipicamente europeo per aumentare la produttività».
«Rendere più flessibile il mercato del lavoro, anche evitando forme di abuso di contratti a tempo determinato, che creano instabilità non solo personale, ma anche all'economia. Finisce che diventiamo tutti dei mutui subprime, e questo non è giusto». Sul tema, per quanto riguarda le richieste della Bce all'Italia, Tremonti ha chiarito che «comunque, compaiono anche le parole "diritto a licenziare"». Tremonti ha poi citato la possibilità di intervenire sulle pensioni di anzianità e su quelle delle donne nel settore privato. Sul rilancio della «lotta all'evasione fiscale», il Governo sta lavorando a «forme più forti di contrasto, soprattutto nei casi di omessa fattura o ricevuta». Sul lato delle entrate, inoltre, sono possibili «contributi di solidarietà».
Inoltre, anche se la revisione delle aliquote sulle rendite finanziarie è già prevista nella legge delega, «non abbiamo nulla in contrario a un intervento diretto che potrebbe essere: fermi i titoli di Stato o equiparati, riduzione dei conti bancari e postali dal 27 al 20%, elevazione di tutti titoli finanziari, esclusi i titoli di Stato, da 12,5 a 20 per cento».
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