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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2011 alle ore 14:38.

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Il cardinale, Angelo BagnascoIl cardinale, Angelo Bagnasco

La bocciatura dei vescovi sulla manovra era arrivata, per la verità, già nei giorni scorsi con la dura presa di posizione del quotidiano della Cei, l'Avvenire, che aveva sparato contro la scarsa attenzione riservata alla famiglia dal decreto di ferragosto. Così oggi il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, torna a battere su quel tasto. Non prima però di aver definito «impressionanti» le cifre dell'evasione fiscale. Lo fa nel corso di un'intervista a Madrid della trasmissione Radio Anch'io. Che offre al porporato l'occasione per ribadire che la manovra deve tener conto della famiglia, «ganglio vitale della società», e che le missioni all'estero non possono essere valutate soltanto per i costi, pur importanti.

La manovra trascura la famiglia
Interpellato sulla manovra, Bagnasco ha premesso che la crisi coinvolge tutto il mondo e «anche paesi che sono stati i primi della classe si trovano in seria difficoltà». Un «punto centrale» nella manovra, ha detto, deve essere la famiglia: «se non è al centro della politica generale, la persona e la famiglia grembo naturale della vita, la società non avanza, in Italia - ha precisato Bagnasco - lo abbiamo visto in modo particolare perché anche dentro la grande crisi la famiglia si rivela ganglio vitale, cellula fondamentale, ripeto che in Italia questo è sempre stato, grazie e a Dio e grazie alla notra storia, non perdiamo - ha chiesto Bagnasco - questo punto fermo».

Sull'evasione cifre impressionanti
Quindi la critica mossa all'esercito di quanti evadono il fisco. «Sono impressionanti le cifre sulla evasione», ha poi osservato il presidente dei vescovi, richiamando il dovere di tutti di contribuire attraverso le tasse alla vita pubblica e sociale. «La chiesa e i pastori, - ha aggiunto - non devono porsi dentro le questioni tecniche, ma rimanere a quel livello di richiamo spirituale ed etico che fa parte della nostra missione, e far appello alla coscienza di ciascuno perchè anche questo dovere possa essere assolto da tutti, non senza però rivedere gli stili di vita».

Missioni all'estero: non conta solo il problema dei costi
Infine il delicato capitolo delle missioni italiane all'estero, su cui il cardinale è chiarissimo: il problema dei «costi», pur importante, non può essere l'unica prospettiva, quando i diritti umani sono violati: «prima di fare i conti dobbiamo chiederci - ha ammonito - quale approccio utilizzare rispetto alle situazioni drammatiche di altre parti del mondo».

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