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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2011 alle ore 20:30.

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Ancora pietre, ancora lacrimogeni, ancora bombe carta, ancora feriti. Ritornano tensione e tafferugli in Val Susa intorno al cantiere per la costruzione della ferrovia ad alta velocità. L'occasione è l'allargamento dell'area su cui, tra qualche settimana, dovrebbe partire il primo cantiere della ferrovia. Quasi trecento No Tav si sono radunati nella zona, in località Val Clarea, dove corre un viadotto dell'autostrada del Frejus, per impedire l'estensione delle recinzioni, e le forze dell'ordine hanno reagito.

Il bilancio è di due feriti tra i Carabinieri, tra i quali il colonnello Giuseppe Petrella, comandante del sesto battaglione Toscana, colpito a un braccio da un grosso sasso, e di quattro fra i dimostranti: uno di loro - stando a quanto reso noto dal Movimento No Tav - sarebbe stato centrato alla testa da una pietra scagliata da un appartenente alle forze dell'ordine, gli altri dai bossoli dei lacrimogeni sparati a distanza ravvicinata.

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Per adesso si ha notizia di un fermo, quello di un giovane romano indicato dalla Questura di Torino come appartenente all'ala anarchica del movimento, che sarebbe stato trovato in possesso di un paio di bombe carta. Due ragazze sono state identificate e probabilmente verranno denunciate: entrambe, in momenti diversi, hanno cercato di arrampicarsi su una ruspa, e la seconda ci è anche riuscita, con l'effetto di bloccare per qualche tempo i lavori. I No Tav rivendicano anche l'abbattimento di «diversi metri» di recinzione.

Le forze dell'ordine non sono rimaste all'interno del perimetro del cantiere. Questa volta hanno varcato le reti e hanno bloccato i manifestanti, con lancio di lacrimogeni. Un gruppo di manifestanti che era riuscito a intrufolarsi nella zona da recintare è stato allontanato in modo spiccio.
Nel pomeriggio la protesta si è spostata nel cuore di Torino. Una quarantina di No Tav si è radunata in piazza Castello, davanti al palazzo della Regione, dando vita a una dimostrazione chiassosa e piuttosto animata.

Solidarietà ai manifestanti e «pieno appoggio al popolo No Tav della Valle di Susa che si oppone a un'opera inutile e dannosa» sono state espresse da Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. «Il governo - dice - vuole tagliare le pensioni per pagare la Tav, che agli italiani costerà 15 miliardi di Euro. Uno sproposito pari a tre volte il costo del Ponte sullo stretto di Messina. Perchè, se non ci sono i soldi per sanità, istruzione e pensioni, quest'opera inutile deve essere fatta a tutti i costi? Chi ci guadagna?». A Ferrero risponde Stefano Allasia, deputato e segretario torinese della Lega Nord: «La solidarietà va a chi sta lavorando duramente per dare al Piemonte una possibilità di sviluppo. È impossibile prendere in considerazione le ragioni dei manifestanti No Tav quando questi ultimi non fanno altro che lanciare pietre e bombe carta contro lavoratori e forze dell'ordine».

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