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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2011 alle ore 10:32.

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RIMINI .Uomo d'affari nato in Tunisa ma con solidi legami in Francia prima di tutto e poi anche in Italia, Tarak Ben Ammar ha avuto un ruolo chiave nei rapporti tra Silvio Berlusconi e Gheddaffi. Conosce bene la storia del Nord Africa, anche per il contributo dato dalla sua famiglia all'indipendenza del suo paese.

Conosce bene la Libia e la Francia, e al Meeting di Cl a Rimini è venuto a raccontare della sua educazione, lui musulmano, in una scuola cattolica e dei film sul cristianesimo che ha realizzato come produttore, con la consulenza del sacerdote suo vecchio insegnante. Gli abbiamo chiesto come prevede che possa evolversi la situazione in Libia ma anche in Medio Oriente e quale ruolo l'Italia può giocare in questa complessa partita

La Libia è il paese più problematico visto che non ha una classe media consolidata e la struttura sociale è frammentata in un centinaio di tribù. Quindi la normalizzazione appare più difficile che altrove. Come prevede che possa evolversi la situazione in Libia?
Nessuno può prevedere niente, come non sono state prevedibili le rivioluzio arabe. In Tunisia abbiamo ricevuto 900 mila profughi, nonostante i nostri problemi, il crollo del turismo... Se parliamo di solidarità mi viene da ridere quando sento l'Europa allarmarsi per 26mila profughi a Lampedusa. La Libia per noi è fondamentale. L'economia del Sud, soprattutto durante l'embargo, ha vissuto grazie ai consusmi libici, per noi la stabilità di questo vicino è un punto chiave. Io sono ottimista perché il muro della paura è caduto. I giovani libici non hanno avuto paura. Ora c'è da organizzare un paese con una costituzione e delle leggi, cosa che Gheddafi non ha fatto. Al contrario della Tunisia dove è caduto il regime ma non è caduto lo Stato..

A ottobre in Tunisia ci saranno le elezioni. Si prevede la partecipazione di un'ottantina di partiti politici con la prospettiva, come ha affermato al Meeting il ministro Maroni, di avere un governo debole. Secondo lei è a rischio la sicurezza energetica italiana, visto che dalla Tunisia passa il Transmed che porta il gas algerino in Italia?
Ho parlato con Maroni. Vogliamo vedere di cosa è successo in Spagna dopo la morte di Franco? Alle prime elezioni c'erano 280 partiti. Poi si sono ridotti a sette. Dopo 50 anni di non democrazia ognuno fa un partito. È normale. Io non sono preoccupato. Si formeranno coalizioni di centro, di destra o di sinistra come in Portogallo, in Spagna, come nei paesi dell'Est. La democrazia non si fa in un giorno. L'assemblea di ottobre avrà solo il compito di scrivere le regole, la Costituzione, e io sono ottimista. Non dovrà scegliere il governo o il parlamento che saranno scelti a suffragio universale. Dunque non sono preoccupato.

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