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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2011 alle ore 10:32.

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C'è una competizione tra le aziende americane, tedesche… ma nel mondo arabo accade dagli anni 30, da quando c'è il petrolio. Russi, cinesi....

L'Italia rischia di uscire perdente?
No, perché l'Italia ha fatto una cosa che i giornalisti non hanno ancora ben capito. Il trattato di pace votato dal Parlamento a grande maggioranza, voluto da Prodi a D'Alema a Berlusconi, chiude il contenzioso sulla colonizzazione. E' la prima volta nella storia moderna e delle colonizzazioni che un paese riconosce di aver sbagliato e chiedere perdono per i crimini del Fascismo. Gli altri non hanno mai chiesto scusa. Questo resta nel cuore dei libici, non era rivolto a Gheddafi ma al popolo libico che non lo dimentica. La relazione con l'Italia è forte, ma non impedisce ai francesi di avere un ruolo, perché hanno avuto coraggio a spingere la Nato ad andare, ma il perdono sul colonialismo conta molto più che fare una guerra.

Come valuta la situazione in Medio Oriente, vista la situazione in Siria e l'escalation delle tensioni in Israele?
In questo caso sono più pessimista perché i giovani protagonisti della primavera araba guardaranno alle ingiustizie che da 60 anni subisce il popolo palestinese, senza uno stato. E i nuovi regimi arabi non potranno non prendere posizione. La mancanza di pace in Medio Oriente può essere un vero problema se non lo risolviamo rapidamente. Come gestiranno l'opinione pubblica è uno snodo fondamentale per il futuro delle nuove democrazie arabe. Perciò mi auguro che ci sia anche una Privavera israeliana, non come rivoluzione ma come movimento di pace, presto. E se la Siria cade, dobbiamo stare molto attenti. Quella zona è molto più problematica per il mondo, il petrolio davvero va a 200 dollari. E non possiamo permettercelo. La grande democrazia israeliana deve capire che è il momento di aiutare un altro grande popolo. Ovviamente, i palestinesi devono riconoscere Israele.

E per le Pmi italiane, quali sono le prospettive?
Se le democrazie arabe saranno gestite in modo trasparente e senza più intrallazzi, tutti andranno e gli italiani sono agevolati dalla vicinanza. Ci sarà spazio per tutti.

Lei ha avuto ruolo chiave nei rapporti Berlusconi-Gheddafi. In futuro che ruolo avrà nei rapporti tra Libia e Italia? E se Berlusconi uscirà di scena?
Ero uno dei tanti. Aiutare un paese amico come l'Italia che riconosce che il colonialismo è stato un errore storico, ad essere in pace con la Libia significa aiutare il mio paese.

Dunque non cambia nulla?
I ministri dei ribelli sono i ministri di Gheddafi che hanno avuto il coraggio di vedere che lui è impazzito, a incominciato a sparare sul suo popolo e si sono smarcati. Ho ottimi rappporti perché sanno quanto sto facendo, quanto sta facendo la mia televisione, da gennaio ha contribuito a parlare dei ribelli contro Gheddafi. E ho avuto anche minacce perché mettevo la bandiera dei ribelli. Abbiamo creduto nel vento della libertà e abbiamo avuto ragione.

Ben Ammar farà gli interessi dell'Italia o della Francia, vista la vicinanza dell'amico Bolloré a Sarkozy?
No, io non sono in questo gioco.

Lei è prima di tutto un produttore cinematografico. Se non sbaglio ha già prodotto un film proprio sulla presenza italiana in Libia. Ha altri progetti?
Quel film avrei dovuto farlo ma non l'ho fatto perché lo vedevo come un film di propaganda . ho tanti progetti sul mondo arabo ma non credo che sia giusto riaprire la piaga del colonialismo, tanto più che l'Italia ha chiesto scusa. Dobbiamo costruire sul futuro.

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