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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2011 alle ore 15:03.

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I ribelli a 30 km da Sirte, Gheddafi sarebbe pronto a trattareI ribelli a 30 km da Sirte, Gheddafi sarebbe pronto a trattare

In Libia è l'ora delle vendette e del sangue. Khamis Gheddafi, uno dei figli del Colonnello, soprannominato "Il macellaio", potrebbe essere stato ucciso ieri durante uno scontro a fuoco tra forze ribelli e lealiste a Tarhuna, 80 km a Su Est di Tripoli. Lo hanno reso noto fonti militari del Consiglio nazionale di transizione (Cnt). Sempre a Tripoli, a pochi metri dalla caserma della famigerata 32/a brigata di Khamis, il sesto dei figli di Gheddafi, rasa al suolo dai bombardamenti della Nato, sono stati scoperti almeno 170 cadaveri carbonizzati, probabilmente prigionieri uccisi e bruciati dai lealisti in fuga.

Così il cerchio si stringe su Muammar Gheddafi. I ribelli stanno conquistando terreno, sono a circa una trentina di km da Sirte, la roccaforte del Colonnello. Hanno preso il controllo della strada che da Tripoli conduce a Sabha. Gira voce che l'ex leader sarebbe pronto a trattare. Il Cnt si sente vicino alla vittoria, chiude a qualsiasi negoziato e intima a Gheddafi di arrendersi. Mentre le amazzoni del Colonnello denunciano: «Struprate dal Rais», sul fronte diplomatico la Lega araba ha lanciato un appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite e ai Paesi interessati perché si assumano «la responsabilità» del momento «difficile» che attraversa il popolo libico «abrogando la decisione di bloccare i fondi e i beni, restituendoli allo Stato libico». Intanto le autorità tunisine hanno riaperto il principale valico di frontiera verso la Libia, che subito è stato attraversato da decine di mezzi provenienti dal Paese in guerra. Si tratta di un'arteria di comunicazione strategica.

Pochi km a Sirte. Gli insorti libici sono ad appena 30 chilometri a ovest da Sirte, la roccaforte dei fedelissimi del Colonnello, e marciano verso la città. «Stiamo negoziando con le tribù (locali) perché Sirte si arrenda pacificamente», ha affermato il capo dei ribelli a Misurata, Mohammed al-Fortiya, specificando che nessun contatto è stato preso con gli uomini di Gheddafi. L'avanzata dei ribelli è proseguita anche sul fronte est: è stata confermata la presa di Ben Jawad, a un centinaio di chilometri a est di Sirte. A Tripoli, invece, sembra tornata la calma dopo che nella notte si erano registrate diverse esplosioni isolate e raffiche di mitragliatrici.


Gheddafi vuole trattare. Il portavoce del regime, Mussa Ibrahim, ha telefonato alla sede dell'agenzia Associated Press (Ap) a New York, affermando che Gheddafi si trova in territorio libico e che è intenzionato a discutere con i ribelli la formazione di un governo di transizione. Secondo Mussa, il colonnello ha nominato il figlio Saadi (ex calciatore in Italia) «capo negoziatore». Il portavoce ha detto di aver visto l'ultima volta Gheddafi venerdì scorso (26 agosto). «Nessun negoziato è in corso con Gheddafi - ha replicato il responsabile di Finanze e Petrolio del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Ali Tarhouni -. Se vuole arrendersi, allora negozieremo e lo cattureremo».

L'indiscrezione. Nel caso di una vittoria sugli insorti, Gheddafi aveva in programma di proclamarsi re o imperatore della Libia. Lo ha rivelato «As-Sharq al-Awsat», pubblicazione edita a Londra, citando un documento rinvenuto da un reporter del Daily Telegraph nell'ufficio del premier libico a Tripoli. Il documento in otto punti redatto il 15 luglio conterrebbe un dettagliato programma di mobilitazione delle tribù libiche per ristabilire il controllo del regime sul paese.

Dini: transazione difficile «Gheddafi non ha scampo; nessuna trattativa è possibile con coloro che sono determinati a catturarlo». In Libia «la transizione sará difficile, perché i ribelli sono organizzati in modo tutt'altro che unitario» ha spiegato il presidente della comissione Esteri del Senato Lamberto Dini (Pdl). «Serve un governo di unitá nazionale - ha aggiunto - questo deve essere l'obiettivo dell'Occidente, che infatti sta lavorando in tale direzione».

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