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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 06:40.

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Articolo modificato mercoledì 31 agosto

Dal 2012 il pensionamento di anzianità per via del solo canale contributivo sarà possibile esclusivamente con 40 anni effettivi di servizio. Gli anni collegati alla laurea e al servizio militare riscattati fino ad oggi, e anche in futuro, non potranno più essere utilizzati per "arrivare" al tetto dei 40 anni di contribuzione mentre continueranno ad essere validi ai fini del calcolo dell'importo dell'assegno previdenziale e anche per il raggiungimento del requisito anagrafico per le tradizionale uscite anticipate, ovvero quelle con quota 96 e dal 2013 con quota 97.

Ad ancorare il pensionamento con 40 di contributi agli anni affettivamente lavorati era uno degli emendamenti che sarebbe dovuto essere apportato alla manovra in commissione Bilancio al Senato per effetto dell'accordo raggiunto nella maggioranza a conclusione del vertice di Arcore. Visti i dubbi di costituzionalità del provvedimento, dopo un incontro nella mattinata di mercoledì la norma è saltata. La questione potrebbe essere affrontata a margine del Consiglio dei ministri di giovedì.

Una volta raggiunta l'intesa sulla necessità di ricorrere almeno a un micro-intervento su una fetta delle anzianità, era stato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a congegnare la misura sui "riscatti". Ed era stato il ministro a ottenere il via libera prima della Cisl e poi della Lega, dalla quale fino a quel momento erano arrivati ripetuti no a qualsiasi correttivo sui pensionamenti di anzianità e di vecchiaia.

Questo intervento garantirebbe risparmi per circa 500 milioni nel 2013 e per un altro miliardo nel 2014. In tutto 1,5 miliardi. Nel 2012 la misura non produrrebbe risparmi per effetto della già prevista finestra unica per le uscite con coseguente slittamento all'anno successivo dei pensionamenti. Ad essere interessati dal freno sull'utilizzazione della contribuzione figurativa per laurea e servizio militare dovrebbero essere tra le 70mila e le 100mila persone nel prossimo triennio (il flusso dei pensionamenti con riscatti per laurea è di circa 20mila assegni l'anno), quindi quasi la metà di tutte le anzianità.

La stretta colpirebbe pertanto anche coloro che hanno riscattato i periodi collegati alla laurea e allo svolgimento del servizio militare ma che non sono andati ancora in pensione. Il bonus figurativo potrebbe essere utilizzato solo per incrementare l'importo della pensione e, oltre che sul fonte della vecchiaia, per tentare il canale del pensionamento di anzianità vincolato anche all'età anagrafica (sistema delle quote).

Come già era emerso nei giorni scorsi dalla trattativa nella maggioranza, dal vertice non è arrivata invece alcuna novità sul versante dell'accelerazione del meccanismo delle quote per l'anzianità per giungere alla loro soppressione e del dispositivo sull'innalzamento dei pensionamenti di vecchiaia delle lavoratrici private. Il no della Lega, che ha comunque dovuto cedere sui riscatti di lauree e servizio militare, ha impedito interventi più marcatamente strutturali sulla previdenza. Tre erano le opzioni proposte dal Pdl: anticipo di quota 97 dal 2013 al 2012 per le anzianità; incentivi per favorire il rinvio dei pensionamenti anticipati fino al raggiungimento di quota 100; innalzamento dell'età pensionabile delle lavoratrici private a 65 anni garantendo comunque l'uscita anche a 60 attraverso un sistema di disincentivi.

All'intervento sui "riscatti" non erano mancate le critiche immediate, a cominciare dalla Cgil. Secondo la Fp-Cgil, in particolare, l'esclusione degli anni di università dal conteggio dell'anzianità per la pensione «determinerà proprio nei confronti dei medici il maggior taglio che oscilla tra i dieci e i dodici anni, considerando che ai sei anni per la laurea vanno aggiunti dai quattro ai sei anni per la specializzazione».

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