Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2011 alle ore 18:05.

My24

Tensioni interne al Cnt
Nonostante il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, avesse ribadito ieri che l'ultimatum alle roccaforti ancora in mano ai lealisti scade solo sabato prossimo, un comandante locale dei ribelli aveva dichiarato ieri che il termine per Bani Walid scade ''domani mattina''. Oggi però Abu Sanif Ghaniya, uno dei comandanti dei ribelli ha detto ad Al Jazeera di aver raggiunto un accordo per la resa con i leader tribali della città mentre un responsabile locale del Cnt, Abdel Razek Naduri, ha parlato solo di estensione dei negoziati ad oggi sottolineando però che questa era ''l'ultima possibilità".

Un ulteriore esempio di come tra le 40 "brigate" che compongono le forze ribelli manchi un vero comando militare unificato (costituito solo sulla carta col nome di Comitato Supremo per la Sicurezza) e una leadership precisa riconosciuta e condivisa.

A questa sorta di anarchia militare (che vede anche le diverse milizie controllare in autonomia diverse porzioni di Tripoli) si aggiungono le tensioni tra gli insorti di Misurata, i cirenaici di Tobruk e Bengasi, i berberi e i "ribelli dell'ultima ora" della capitale e i dissidi tra oppositori storici del regime ed ex ministri e funzionari di Gheddafi passati dalla parte degli insorti. Una situazione che lascia ampi vuoti di potere soprattutto se si tiene conto che i vertici del Cnt discutono da tempo con gli europei di concessione petrolifere e riattivazione delle attività estrattive ma non hanno ancora trovato il tempo per trasferire il governo a Tripoli, occupata ormai da una settimana.

Oggi il comandante militare delle milizie integraliste islamiche di Bengasi, Ismail al-Salabi, ha chiesto le dimissioni dell'intero direttivo del Cnt.
«Il ruolo del comitato esecutivo non è più richiesto perché sono tutti esponenti del vecchio regime. Dovrebbero tutti dimettersi, dal vertice della piramide alla base». Al-Salabi, che ha rilasciato un'intervista alla Reuters, ha combattuto in passato anche in Afghanistan ma nega ogni legame con gruppi integralisti fuori dalla Libia, come i talebani o al-Qaeda e respinge anche quello che descrive come un tentativo di dipingere i leader islamisti libici come estremisti. Al-Salabi, le cui dichiarazioni costituiscono uno dei primi segnali di scontro tra islamisti e laici nel fronte dei ribelli, guida una forza di circa 3.000 uomini.

Equilibri tribali
Ban Walid è controllata da clan importanti dei Warfalla, la tribù più numerosa della Libia con un milione di persone (su sei milioni di abitanti) e 50 clan parte dei quali hanno aderito alla rivolta. Il numero due del Cnt Mahmoud Jibril, appartiene a questa tribù che nel 1993 tentò un golpe contro il raìs subendo ampie purghe dei suoi vertici. Nell'attuale guerra oltre un migliaio di miliziani della tribù sono caduti combattendo tra le fila dei lealisti e il timore è che attacchi dei miliziani provenienti da Bengasi, Misurata e dai berberi del Nefusa possano ricompattare i Warfalla sotto le bandiere tribali favorendo Gheddafi che ha annunciato di voler continuare a combattere con le armi della guerriglia mobilitando le tribù per riprendere Tripoli. Per questo i ribelli si sono avvicinati con molta prudenza alla cittadina, difesa da truppe regolare con carri armati e artiglieria e da una brigata di milizia tribale. Venerdì hanno compiuto una lunga ricognizione con una colonna di 600 miliziani e 200 veicoli senza incontrare resistenza.

Sabato notte si erano registrati solo scontri sporadici sulle colline che circondano la città limitati anche dalla scarsa presenza sui due fronti di visori notturni. «Ieri sera - ha detto Mahmud Abdelaziz, portavoce locale del Cnt - le forze di Gheddafi hanno cercato di uscire. I nostri combattenti hanno risposto; ci sono stati piccoli combattimenti durati qualche minuto lungo la linea del fronte giunta a 15-20 chilometri a nord di Bani Walid».
Sulla città e sulla roccaforte di Sirte, più a nord, si sono concentrati negli ultimi giorni anche i raids aerei della Nato, con oltre un centinaio di missioni condotte soprattutto dai Tornado della Royal Air Force britannica.

Shopping24

Dai nostri archivi