Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2011 alle ore 21:52.

My24

Chissà se un giorno qualcuno racconterà una verità plausibile sulla brutta storia dello sciopero dei calciatori. Brutta non già per il ricorso a uno strumento legittimo, lo sciopero, ma per le modalità che hanno condotto alla clamorosa astensione.

Una vicenda grottesca. Non altrimenti si può definire una vertenza già risolta nello scorso mese di gennaio e messa in discussione nella calura d'agosto da presidenti che hanno fatto leva sul facile malcontento popolare, denunciando un inesistente rifiuto a contributi di solidarietà.
Ora si è trovato l'accordo-ponte (impossibili in Italia accordi e basta) sconcia ipocrisia per dire che si è firmato ciò che era già deciso tempo fa, ma che tutto è da perfezionare. Soprattutto si parla di nuove regole, di Authority poste a presidio del pallone. In realtà l'unica vera autorità assente in questo universo che si prende troppo sul serio è spesso proprio l'assoluta mancanza di serietà.

Se lo stato del calcio italiano, alla vigilia del tanto atteso avvio di campionato, è ben riassunto dalla pseudo conclusione della vertenza tra Lega e calciatori, è da sottolineare che non uno dei problemi che lo assillano pare in via di soluzione.

Gli stadi e i ricavi da tv
È bene ed è giusto porre in risalto l'eccezione che conferma la regola, ovvero la Juventus. In perenne e vana attesa di una nuova legge, la società bianconera ha saputo muoversi con coraggio anche in questi tempi sportivamente assai grami. L'investimento di 122 milioni, coperto da accordi commerciali e dal finanziamento del Credito Sportivo, ha consentito di creare uno stadio all'altezza delle migliori piazze europee. Una vera arena calcistica dove, per dirne una, la distanza tra il campo e la prima fila è di 7,5 metri e di 49 tra campo e ultima fila. Sarà poi da verificare il potenziale raddoppio degli introiti commerciali. Infine la mancanza di barriere sarà la prova del fuoco per sapere se in Italia si può davvero assistere a una partita senza l'incubo degli sfasciacarrozze di professione.

La novità di Torino mette in sempre maggiore evidenza lo stato degli altri stadi, sempre più brutti, vecchi, squallidi e meno frequentati. Ciò significa fatturati sempre più bassi, tanto che nell'ultimo decennio siamo stati surclassati dalla Premier , superati dalla Bundesliga e affiancati dalla Liga spagnola. Di conseguenza anche gli incassi dei diritti tv si fanno più miseri, mentre non mancano le polemiche tra società (leggi De Laurentiis contro Milan) per il duopolio Mediaset-Sky, accusato di fare cartello e di ricattare le società. Se la parola ricatto turba, difficile negare che sono le tv ad avere il coltello dalla parte del manico e a garantire la sopravvivenza di molti club.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi