Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2011 alle ore 17:44.

My24

A taccuini aperti l'orientamento ufficiale segue la scelta già adottata per il caso di Alfonso Papa quando i centristi votarono compatti con il Terzo polo a favore della richiesta d'arresto per il deputato del Pdl avanzata dal gip di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla P4. Non appena, però, i microfoni si spengono si capisce subito che il sì dell'Udc all'arresto dell'ex braccio destro di Tremonti, Marco Milanese,accusato di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e associazione per delinquere, non è affatto scontato. «Leggeremo bene le carte - spiegano da ambienti centristi - e valuteremo tutto con grande attenzione e senso di responsabilità».

Milanese denuncia Viscione alla procura di Roma
Come dire che il voto su Milanese - che oggi ha presentato alla procura di Roma una denuncia contro l'imprenditore napoletano Paolo Viscione, il suop principale accusatore nell'inchiesta della Procura di Napoli - non è considerato un mero passaggio formale come avvenne per Papa il 20 luglio scorso. Quando la Camera, con l'apporto decisivo dei maroniani, votò sì all'arresto dell'ex magistrato napoletano detenuto attualmente nel carcere di Poggioreale e che, nei giorni scorsi, ha scritto una lettera-appello ai suoi colleghi del Pdl per denunciare il presunto ricatto congegnato ai suoi danni dai pm napoletani (la libertà in cambio di una confessione).

Paolini (Lega): decideremo dopo confronto con i colleghi
Insomma, l'esito della vicenda Milanese è appeso ai voti di centristi e leghisti. I conti sono presto fatti. Dei 21 componenti della Giunta, presieduta dal democratico Pierluigi Castagnetti, sono nove al momento quelli che garantirebbero il "salvataggio" dell'ex ufficiale delle fiamme gialle, otto i contrari, non considerando i quattro voti incerti riconducibili agli uomini di Casini e Bossi. «Non abbiamo ancora preso alcuna decisione - sottolinea il leghista Luca Paolini, membro della Giunta - finiremo di esaminare tutta la documentazione, sulla quale abbiamo lavorato anche ad agosto, e anche dopo il confronto con i colleghi stabiliremo quale atteggiamento assumere».

La prudenza dell'Udc: valutazione complessa
Il Carroccio dunque non scopre volutamente le carte, ma i maroniani hanno già fatto capire che non intendono fare sconti. Anche se nessuno dimentica i trascorsi di Milanese, ex collaboratore del ministro dell'Economia, e le possibili conseguenze di una "condanna" nella giunta per le Autorizzazioni. Gli stessi centristi, che pure in pubblico si mostrano sicuri («terremo la stessa linea assunta negli ultimi anni rispetto a casi analoghi», dice Pierluigi Mantini, membro Udc della Giunta per le autorizzazioni), sono poi consapevoli della delicatezza di questo passaggio e ammettono che il loro voto è legato a quello del Carroccio. «È chiaro che se noi lo "salviamo" la Lega riceverà un bell'aiuto e finirà per seguirci. Il nostro sì vale doppio», è il ragionamento formulato dalle parti di Casini.

Tra una settimana il verdetto finale dell'assemblea
Domani intanto la Giunta ascolterà lo stesso Milanese, prima di iniziare il dibattito e arrivare poi al voto. L'ultima parola spetta però all'assemblea che sarà chiamata a esprimersi martedì prossimo a scrutinio segreto. Da qui al verdetto finale, dunque, c'è ancora tempo per qualche colpo di scena.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi