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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2011 alle ore 20:10.
L'ultima modifica è del 13 settembre 2011 alle ore 15:04.

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Domani mattina il verdetto finale nella giunta per le autorizzazioni, ma la strada per Marco Milanese, l'ex braccio destro di Giulio Tremonti - su cui pende una richiesta d'arresto della procura di Napoli che lo accusa di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e associazione per delinquere - è ora decisamente in discesa. La Lega ha infatti annunciato che voterà contro l'arresto dell'ex ufficiale delle fiamme gialle. Due voti che salvano il deputato del Pdl visto che, dei 21 componenti della giunta, undici sono del centro-destra (inclusi i due del Carroccio) e dieci del centro-sinistra.

Bossi: non mi piace mandare la gente in galera
Insomma, per Milanese arriva l'assist del Carroccio in zona Cesarini: dopo la decisione della Lega si va infatti verso l'approvazione della proposta del relatore di negare l'autorizzazione chiesta dai magistrati napoletani nella riunione convocata domani. E Umberto Bossi prova a difendere l'aiuto lanciato all'ex braccio destro di Tremonti. «A me non piace far arrestare la gente». Ma attorno alla scelta del Carroccio infuria la polemica. Dal Pd («mancano di coraggio e coerenza quando si tratta di deputati e colletti bianchi) a Fli («la Lega ricatta il premier»), è tutto un fiorire di critiche verso il Senatur e i suoi.

L'autodifesa di Milanese: contro di me un massacro mediatico
Stamane, davanti ai colleghi della giunta per le autorizzazioni, l'ex ufficiale delle fiamme gialle si era definito «vittima di un vero e proprio massacro mediatico» e aveva provato a ribaltare le accuse a suo carico. Così, nel corso dell'autodifesa pronunciata oggi in giunta, Milanese era tornato a criticare Paolo Viscione, l'imprenditore napoletano e suo principale accusatore, che ieri lo stesso Milanese alla procura di Roma. «Tutti gli altri hanno negato di avermi dato dei soldi - aveva attaccato il deputato del Pdl - è rimasto solo lui ad accusarmi. Da parte dei magistrati di Napoli c'è del fumus persecutionis nei miei confronti perché loro hanno dato credito a Viscione invece che a me».

L'affondo contro D'Arrigo: mai stato referente unico per la Gdf
Milanese era poi passato ad attaccare l'altra figura chiave dell'inchiesta napoletana: l'ex capo della fiamme gialle Cosimo D'Arrigo secondo cui il ministro dell'Economia aveva dato al suo braccio destro l'esclusiva per la guardia di finanza facendolo diventare in pratica l'unico referente. Un'accusa che Milanese aveva rispedito subito al mittente. «Smentisco categoricamente di aver ricevuto dal ministro Tremonti la carica di referente esclusivo delle fiamme gialle». L'ex braccio destro del ministro non aveva trattenuto poi l'irritazione per il verbale dell'interrogatorio D'Arrigo trasmesso dai pm alla giunta, nel quale l'ex comandante della Gdf ha parlato di «strapotere» di Milanese sulle fiamme gialle.

L'apertura della Lega: la denuncia di ieri è un fatto rilevante
La denuncia per calunnia depositata ieri da Milanese contro Viscione è quindi risultata decisiva per l'ex ufficiale delle fiamme gialle. Il cui destino è appeso ora ai voti dei leghisti. «È un fatto nuovo significativo, è un fatto rilevante», aveva detto stamattina il capogruppo della Lega in giunta, Luca Paolini, commentando l'iniziativa di Milanese davanti alla procura di Roma. Il Carroccio aveva così aperto uno spiraglio sulla richiesta avanzata dalla procura di Napoli. «La denuncia è un elemento su cui riflettere per valutare la credibilità rispetto alle accuse di Viscione - aveva osservato Paolini -. Ci sono dei passi nella carte che ci sono arrivate che rivelano che l'accusatore chiaramente fa delle cose per "inguaiare" Milanese. Si desume che Viscione nutre un'acredine personale, lo si desume dal fatto che gli fa alcuni "sgarbi"». Ora la palla passa all'Aula che dovrà esprimersi sulla vicenda il prossimo giovedì, 22 settembre, e non più il 20, come ha stabilito stamane la conferenza dei capigruppo: se un gruppo parlamentare lo richiederà, il voto finale su Milanese potrà essere a scrutinio segreto.

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