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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 17:26.

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Fabrizio Saccomanni e Mario Draghi (Ansa)Fabrizio Saccomanni e Mario Draghi (Ansa)

Trenta minuti di colloquio a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni. L'attuale numero due di via Nazionale viene da più fonti indicato come il prossimo governatore dell'istituto, in sostituzione di Mario Draghi, prossimo presidente della Bce. Nato a Roma nel 1942, Saccomanni si è laureato in Economia e commercio alla Bocconi nel 1966 con una tesi su "I limiti della pressione fiscale" (relatore Aldo Scotto) e ha svolto studi di perfezionamento in economia monetaria e internazionale presso la Princeton University.

Saccomanni in corsa con Grilli per la guida di Bankitalia
Per la poltrona più alta di Via Nazionale Saccomanni è in corsa con Vittorio Grilli, attuale direttore generale del Tesoro. Ma tutto lascia pensare che il numero due di Bankitalia sia destinato a prevalere sull'altro candidato. Saccomanni è considerato all'interno della banca l'uomo giusto per assicurare continuitá e autonomia in Via Nazionale, così come chiesto esplicitamente anche da Mario Draghi, che lascerà la sua poltrona il 1° novembre per guidare la Bce.

La complessa procedura per la successione a Mario Draghi
L'incontro di oggi a Palazzo Chigi tra lo stesso Saccomanni e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarebbe quindi propedeutico a iniziare la complessa procedura che porta alla nomina, con il presidente del Consiglio, il Governo, il Consiglio Superiore di Bankitalia e il Presidente della Repubblica a contribuire ognuno per una parte. La procedura è stata introdotta dalla legge "Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari", pubblicata in Gazzetta a dieci giorni dalle dimissioni di Antonio Fazio, il 28 dicembre 2005. La nomina del governatore è disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia».

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