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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 20:00.

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«Caro direttore, il mio comportamento non è stato assolutamente quello che viene descritto e io le confermo, come ho già avuto modo di dirle, che non ho fatto mai nulla di cui io debba vergognarmi». Silvio Berlusconi esordisce così in una lettera al direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, in cui va all'attacco dei magistrati napoletani che vorrebbero sentirlo, in qualità di persona informata dei fatti, nell'inchiesta sulla presunta estorsione ai suoi danni messa in piedi da Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola. «Non ho affatto intenzione di respingere una richiesta di testimonianza, che è mio interesse rendere, tanto che ho già inviato una dichiarazione scritta ma che ha, così come congegnata, l'aria di un trappolone politico-mediatico-giudiziario. Pretendo però come ogni cittadino che i magistrati rispettino anche loro la legge».

La difesa: le mie ospiti marchiate a vita come escort
Berlusconi quindi non molla.«È del tutto inaccettabile e addirittura criminale - sottolinea - che persone che sono solo state presenti a mie cene con numerosi invitati siano marchiate a vita come "escort". Mi dispiace anche, per fare un altro esempio, dei falsi pettegolezzi che sono stati creati grazie ai soliti brogliacci telefonici sulla signora Arcuri, che è stata invece mia ospite inappuntabile in Sardegna e a Palazzo Grazioli». Quanto ai pm, il refrain non cambia: il Cavaliere ribadisce di sentirsi perseguitato dai magistrati. «Da tre anni sono sottoposto a un regime di piena e incontrollata sorveglianza il cui evidente scopo è quello di costruirmi addosso l'immagine di ciò che non sono, con deformazioni grottesche delle mie amicizie e del mio modo di vivere il mio privato, che può piacere o non piacere, ma che è personale, riservato e incensurabile. Il problema però è che da tre anni è in atto un mascalzonesco tentativo di trasformare la mia vita privata in un reato».

L'affondo: pm sottopongono centinaia di persone al ludibrio
Il Cavaliere però non ce l'ha solo con i giudici, nel mirino finisce anche la stampa. «È questo uno scandalo intollerabile da parte di un circuito mediatico e giudiziario completamente impazzito di cui nessuno sembra preoccuparsi e di cui nessuno si scusa. Questo incommensurabile scandalo non riguarda solo me. Decine, centinaia di persone sono esposte al ludibrio e al linciaggio, senza alcuna remora sia quando si tratti di gente comune o di personalità della vita pubblica e di questioni di bottega domestica sia perfino quando si tratti di vicende che determinano lo status del Paese sulla scena internazionale. Non è mai successo prima. Nessun uomo di Stato è stato fatto oggetto di una aggressione politica, mediatica, giudiziaria, fisica, patrimoniale e di immagine come quella a cui sono stato sottoposto io».

Campagna di delegittimazione punta a sovvertire le istituzioni
Secondo Berlusconi la campagna mediatica e giudiziaria messa in campo contro di lui punta dritto a sovvertire il governo. «È un trattamento inaccettabile, che si accompagna a una campagna di delegittimazione che punta a scardinare il funzionamento regolare delle istituzioni per interessi fin troppo chiari. La campagna si è intensificata quando ho vinto le elezioni per la terza volta, quando il sistema è stato semplificato e reso più trasparente in senso bipolare, quando si è capito che era alle porte una legislatura aperta alle riforme necessarie alla crescita di questo Paese e alla sua modernizzazione. Missione difficile per la quale ho cercato di mettere in campo gente nuova, estranea ai vecchi giochi dell'establishment, gente giovane e votata al "fare"». Sfruttando ogni aspetto della mia vita privata e della mia personalità, rincara Berlusconi, «stanno cercando di colpirmi definitivamente con mezzi diversi da quelli ella critica politica e della verifica elettorale».

Nessun passo indietro: io non mollo
Quindi l'assicurazione che non farà passi indietro. «Io non mollo, caro direttore. Per quanto lo spionaggio sistematico e l'accanimento fazioso mi abbiano preso di mira, e con me vogliano arrivare a pregiudicare l'autonomia e la sovranità del Parlamento e del popolo elettore, c'è ancora in questo Paese, in questa Italia che amo e che è stata divisa da una partigianeria senza principi, un'opinione pubblica, un insieme di persone e di gruppi leali allo spirito repubblicano, una maggioranza di italiani che non sono disponibili ad avventure e a nuovi ribaltoni decisi nei salotti, nelle redazioni e in certi ambienti giudiziari».

Contro di me circoli mediatico-finanziari anglofoni
Insomma, Berlusconi è certo che gli italiani continueranno a sostenerlo.«Alcuni circoli mediatico-finanziari anglofoni mi hanno giudicato inadatto a governare l'Italia ma gli italiani sono stati di diverso parere, e ho dalla mia, dal tempo in cui entrai in politica, risultati che saranno scritti nei libri di storia. Saranno ancora una volta gli italiani, e poi gli storici, a dare il loro giudizio su un Paese in cui si fanno centomila e poi altre centomila intercettazioni ancora per devastare attraverso i media il lavoro quotidiano di chi ha avuto l'investitura democratica per guidare l'Italia in questi anni difficili».

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