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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2011 alle ore 09:33.

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Fabrizio SaccomanniFabrizio Saccomanni

di Davide Colombo
Un faccia a faccia di mezz'ora a Palazzo Chigi accende la stella di Fabrizio Saccomanni nella corsa al vertice della Banca d'Italia. Il direttore generale di Via Nazionale è stato ricevuto dal presidente del Consiglio per una prima presa di contatto. Un colloquio che il premier avrebbe voluto per conoscere meglio l'uomo che potrebbe essere indicato per succedere a Mario Draghi alla guida di Bankitalia dal prossimo novembre, quando l'attuale Governatore diventerà presidente della Bce.

Nessuna nota ufficiale è seguita all'incontro, nel corso del quale si sarebbe parlato degli ultimi sviluppi della crisi internazionale, dell'intervento coordinato della Bce con le altre grandi banche centrali per garantire la liquidità in dollari alle banche europee fino a fine anno e dell'incombere della decisione dell'agenzia Moody's sul rating dell'Italia. Ma più fonti, anche del mondo politico, considerano l'incontro come propedeutico all'apertura della procedura di nomina a Governatore. Se questo fosse lo scenario, la scelta di una nomina interna a Bankitalia segnerebbe un ritorno alla tradizione (interrotta nel 2005 proprio con la nomina dell'«esterno» Mario Draghi) con il tramonto dell'altro candidato che fino all'inizio dell'estate veniva dato per favorito: il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli.

Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, dal governo non sarebbero arrivate indicazioni, al momento, al consigliere anziano del Consiglio superiore di Bankitalia, Paolo Blasi. La riunione fissata per giovedì 29 settembre del Consiglio resta dunque per una seduta «ordinaria». Ma naturalmente non si può escludere un'accelerazione verso la procedura che prevede l'espressione del parere del Consiglio sul candidato proposto dal premier; insomma l'assise potrebbe trasformarsi in una «straordinaria».

Fabrizio Saccomanni, 68 anni, direttore generale di via Nazionale dal 2006, è considerato all'interno della banca l'uomo giusto per assicurare continuità e autonomia all'Istituto. E il 29 giugno scorso, in un incontro tra Mario Draghi e Silvio Berlusconi, era emersa un'indicazione chiara da parte dell'attuale Governatore. In quell'occasione Draghi aveva confermato le valutazioni già trapelate sull'opportunitá di lasciare la guida di via Nazionale al 'suo' direttore generale. Se la priorità è quella di una nomina nel segno della continuitá e del rispetto dell'indipendenza della Banca, era stato in sintesi il ragionamento, il candidato più adatto è proprio Saccomanni. Un nome gradito anche al Quirinale, che tuttavia si tiene rigorosamente fuori da ogni riflessione sulle candidature: «L'importante ‐ si fa sapere ‐ è che la procedura di nomina sia portata fino in fondo». Il capo dello Stato ha un ruolo cruciale nella nomina del Governatore, che è disposta con un suo decreto su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri che può arrivare dopo aver sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia.

Con Fabrizio Saccomanni Governatore, si aprirebbe un risiko interno di nomine al vertice del'Istituto, con l'ascesa alla direzione di uno dei tre vicedirettori: Anna Maria Tarantola, Ignazio Visco (indicato come il superfavorito) e Giovanni Carosio. E con l'uscita dei Mario Draghi si dovrebbe nominare il quinto membro del Direttorio, casella per la quale s'era fatto il nome di Lorenzo Bini Smaghi, in procinto di lasciare il board della Bce. Ma è assai probabile che prevalga, anche in questo caso, la scelta di un candidato interno, il direttore centrale Franco Passacantando, dal 2008 responsabile dell'area Banca centrale, mercati e sistemi di pagamento. Ieri Ignazio Visco, ai giornalisti che gli hanno riferito dell'incontro di Palazzo Chigi, non ha nascosto la sua soddisfazione: «sono contento» ha affermato. Parole che suonano come una conferma dell'accelerazione in corso.

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