Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2011 alle ore 14:47.

My24

Non c'è spazio per governi di larghe intese. Dal palco di Cortina, concludendo la tre giorni organizzata dal partito, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, blinda la maggioranza e ribadisce che l'unico asse possibile per il Paese in questo momento è quello con il Carroccio. Ma guai a pensare che il Pdl voglia chiudere la porta all'Udc.

Al contrario le avances dei fedelissimi di Silvio Berlusconinon cessano e oggi dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, al vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, si rinnova l'appello affinché i centristi prendano parte al progetto di una casa comune dei moderati, eterno pallino del Cavaliere e dei suoi.

Alfano: alleanza Berlusconi-Bossi unica per stabilità
Ma oggi la priorità del Pdl è chiudere la porta a qualsiasi scenario che bypassi il premier. Così Alfano si incarica di serrare i ranghi. «Non vogliono solo fare cadere Berlusconi, vogliono cancellare la nostra storia e la nostra presenza politica. Per far sì che il governo possa tornare a chi non ha mai avuto il consenso. Io come segretario del Pdl, noi come dirigenti e voi come militanti dobbiamo dire che difenderemo Silvio Berlusconi, il governo e la nostra storia di 18 anni». Quindi il messaggio al Senatur, che continua a tenere gli alleati sulla graticola («Avanti fino al 2013? Troppo lontano», era stato il messaggio recapitato da Umberto Bossi giusto due giorni fa prima di arrivare oggi a evocare addirittura un referendum per la Padania). «L'unica alleanza che può dare stabilità al Paese è quella tra Berlusconi e Bossi», rassicura Alfano.

Il niet del Pdl: no alle larghe intese
Poi, però, il segretario prova a stoppare i tentativi di far cadere la maggioranza che agitano il centro-sinistra (ma anche nella maggioranza i distinguo ormai non si contano). «Le larghe intese non sono altro che perifrasi per dire 'Berlusconi vada a casa». Ma gli avversari - definiti come «anti-italiani» che «hanno sempre aggredito il governo italiano perché per loro è più importante che cada Berlusconi piuttosto che l'Italia si riprenda dalla crisi» - devono rassegnarsi, perché Berlusconi «non ha alcuna intenzione di dimettersi».

Avanti per vincere anche nel 2013, chi non ci crede si accomodi a bordo campo
Quindi la bordata a chi, dentro il partito, trama per accelerare il post Berlusconi. «Con la massima sincerità invito tuti coloro i quali hanno avuto dal partito e da Berlusconi seggi, incarichi e onori a dire chiaramente se credono nel successo nel 2013. Chi non ci crede lasci giocare chi ci crede e si metta a bordo campo». È un segretario battagliero quindi quello che si presenta a Cortina, convinto della vittoria alle elezioni 2013. Da qui l'invito a parlamentari e rappresentanti di partito ad iniziare fin da subito a «rimboccarsi le maniche senza, litigare» e a lavorare per una nuovo trionfo alle prossime elezioni.

Il pressing su Casini. Frattini: un dovere stare insieme
Nel Pdl, però, si respira da settimane aria di ultima spiaggia e per questo si moltiplicano gli sforzi per convincere Casini e i suoi ad abbandonare la barca del Terzo polo e a costruire insieme la grande casa dei moderati. Lo dice Franco Frattini con grande chiarezza. «Oggi vi è un dovere di stare insieme. Tutte le forze che si ispirano al popolarismo europeo, Pdl e Udc, forze che hanno in Europa un riferimento chiaro, anche perché si è visto che da sinistra fioccano insulti-sfide nei confronti di Casini». E lo ripetono a stretto giro sia Fabrizio Cicchitto («con i centristi abbiamo molte cose in comune») e Maurizio Lupi. «Per noi - ha affermato in una intervista al Corriere della Sera - è fondamentale dialogare con Casini» perché «tutti i sondaggi dicono che il centrodestra perderebbe» mentre «alleandoci con l'Udc vinceremmo ancora».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi