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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2011 alle ore 20:24.

Filippo PenatiFilippo Penati

Gli imprenditori
Pasini è, insieme a Piero Di Caterina, uno dei grandi accusatori di Penati. L'imprenditore edile dice di essere stato concusso e quindi costretto a pagare tangenti (è indagato per corruzione). Nel 2006 è stato anche il candidato sindaco del centrodestra a Sesto San Giovanni, ma alle elezioni è stato sconfitto da Giorgio Oldrini, attuale sindaco di Sesto.
Pasini ha ceduto le aree Falck per 88 milioni a Luigi Zunino, proprietario di Risanamento, finito anche lui nel mirino della magistratura. Secondo i pm di Monza, l'immobiliarista piemontese avrebbe attinto a riserve occulte per versare tangenti ai politici di Sesto e ottenere modifiche al piano regolatore e l'aumento delle volumetrie per lo sfruttamento dell'area. Il tutto attraverso operazioni bancarie all'estero e triangolazioni con società dell'imprenditore Giuseppe Grossi, il "re delle bonifiche" milanesi, anch'egli indagato a Monza.

I nomi di Zunino e Grossi si ritrovano, insieme, nell'inchiesta della procura di Milano sull'area di Santa Giulia: anche in questo caso venivano emesse false fatture attraverso triangolazioni estere. Grossi è stato arrestato ed è attualmente sotto processo per la mancata bonifica dell'area. Come Zunino, anche Grossi è legato da anni a doppio filo ad ambienti del centro-sinistra e del centro-destra. L'imprenditore controlla infatti il 50% della Blu Energy, la società che fornisce energia all'ospedale San Raffaele. L'altro 50% è nelle mani della Fondazione del Monte Tabor, cioè di don Luigi Verzè, di cui Grossi è amico.
Del "sistema Sesto" fa parte da almeno dieci anni anche Omer Degli Esposti, vicepresidente del Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, indagato per concussione.

È accusato di aver imposto a Pasini il coinvolgimento nel progetto di due professionisti vicini al mondo delle coop rosse, Francesco Aniello e Giampaolo Salami, ai quali Pasini avrebbe liquidato quattro fatture per consulenze inesistenti per un valore complessivo di 2,4 milioni di euro. Degli Esposti entra nella partita Falck fin dal 1999 al fianco di Pasini. Poi il sodalizio si rompe. Ma il Consorzio delle coop rientra in gioco nel 2008, quando l'area viene acquisita dall'immobiliarista Davide Bizzi. Cambiano i proprietari ma le coop ci sono sempre.

I manager
Binasco, ad del gruppo Gavio, è uno dei protagonisti della vicenda. Si trova al centro dell'indagine sulla vendita della Serravalle alla provincia di Milano da parte di Gavio avvenuta nel 2005, per una cifra (240 milioni) secondo la procura di Monza gonfiata per permettere al gruppo di scalare Bnl insieme a Unipol e per versare tangenti a Penati. Binasco è uno degli uomini chiave dell'inchiesta, oltre che delle infrastrutture della Lombardia. È stato già indagato e condannato nel 1993 per finanziamento illecito ai partiti (con Primo Greganti). Fino a pochi giorni fa, fino alle dimissioni dovute all'inchiesta, era nel cda di Serravalle (dal 2010). È anche ad di Argo, la finanziaria del gruppo Gavio. Poi è presidente della holding Igli, che controlla il gruppo edile Impregilo.

A decidere il prezzo della Serravalle, secondo i pm, c'era anche Maurizio Pagani, manager di Intesa Sanpaolo. Il suo nome compare poi, sempre per conto della banca, dentro il cda di Tem, della Serenissima e della Brebemi, tutte partecipate di Serravalle. Pochi giorni fa si è dimesso.
Anche l'architetto del Comune di Sesto, Renato Sarno, è tra gli indagati. Per lui l'accusa è di aver raccolto materialmente alcuni finanziamenti e di averli versati in conti all'estero. Sarno si occupava di edilizia per l'amministrazione sestese, ed è stato anche un consulente per Serravalle, con la fiducia di Penati. È stato anche manager del San Raffaele, per cui ha seguito il progetto architettonico della cupola.

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