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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2011 alle ore 18:49.

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Il Pd sospende Filippo Penati dal partito: è questa la decisione presa dalla commissione di Garanzia del Partito democratico presieduta da Luigi Berlinguer che si è riunita oggi a Roma. La sospensione varrà «fino al completo chiarimento della sua situazione giudiziaria», ha spiegato Berlinguer, aggiungendo che nei confronti di Penati è disposta anche «l'esclusione dall'elenco degli iscritti». «La sospensione è una misura molto severa - ha spiegato Berlinguer - Penati non può svolgere attività di partito».

La decisione del comitato dei garanti non è stata immediata, dal momento che la riunione è durata oltre tre ore. Ex sindaco di Sesto ed ex presidente della Provincia di Milano, Penati aveva già comunicato un'autosospensione dal Pd. Oggi il leader dei democratici, Pier Luigi Bersani, aveva garantito che la decisione sul caso Penati sarebbe stata presa «in autonomia».

La reazione di Penati: «Ho fatto tutti i passi indietro necessari»
«Ho fatto tutti i passi indietro doverosi, necessari a scindere nettamente la mia vicenda da quella del Pd, compresa l'autosospensione e questo senza attendere la decisione del partito, questo per potermi difendere meglio ed evitare problemi e imbarazzi al Pd stesso»: così scrive Filippo Penati in una nota di reazione alla decisione del Pd. «Ribadisco che sono estraneo ai fatti che mi sono contestati e sono certo che il corso della giustizia lo dimostrerà».

I dettagli della decisione nella nota del Pd
«La Commissione nazionale di Garanzia - si legge nella nota diffusa al termine della riunione - affermata la propria competenza a norma dello Statuto nazionale ad esaminare il caso; viste le dimissioni di Filippo Penati dalla carica di vice presidente del Consiglio regionale Lombardo, dal gruppo consiliare del Pd lombardo, nonché contestualmente da ogni organismo del partito; vista la relativa autosospensione dal Pd da parte di Filippo Penati e la conseguente presa d'atto della Commissione di Garanzia di Milano; rilevata negli atti citati la conformità alle norme dello Statuto e del Codice etico, norme che costituiscono strumenti ed esempio di particolare rigore nella vita del Pd; delibera all'unanimità che Filippo Penati, ai sensi dell'art.10 del Regolamento delle Commissioni di Garanzia, è sospeso dal Pd, fino al completo positivo chiarimento della propria posizione giudiziaria».
La commissione dispone inoltre, «nelle more del procedimento», l'esclusione di Penato dall'elenco degli iscritti e sottolinea che «le disposizioni in materia, statuite dall'ordinamento del Pd, sono fra le più rigorose presenti nel panorama politico italiano ed è auspicabile che, anche al fine di garantire un corretto confronto democratico fra le forze politiche, tale rigore diventi patrimonio comune dell'insieme della politica italiana».
«Alla base delle disposizioni sopra richiamate - spiegano i garanti -, sta la convinzione profonda e costitutiva del Pd - cui Penati si è autonomamente adeguato autosospendendosi e dichiarando di voler rinunciare alla prescrizione - che quanti rivestano responsabilità pubbliche o esercitino attività politica debbano, ancora più dei comuni cittadini, mostrarsi integri e lontani da ogni forma di compromissione con l'illecito, al fine di non danneggiare con i propri comportamenti le istituzioni nelle quali operano e il partito in cui militano. La costitutività di tali principi trova, inoltre, riscontro nell'impegno, da tempo assunto dalla Commissione nazionale di Garanzia, di discutere insieme con i Segretari regionali e con le Commissioni di Garanzia territoriali, già convocate a Pesaro per il 9 settembre, in un incontro su "Il Pd regole e garanzie", nel quale si esaminerà lo stato di attuazione di Statuto e Codice Etico nell'intero territorio nazionale al fine di avanzare alla prossima conferenza nazionale sul Partito, proposte con particolare riferimento al tema dell'impegno politico inteso come servizio alla società e non come carriera».

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