Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2011 alle ore 08:03.
L'ultima modifica è del 26 settembre 2011 alle ore 06:37.

My24

La ricerca di risorse per fronteggiare la crisi del debito pubblico ha acceso l'attenzione, a livello internazionale, sul carico fiscale delle persone fisiche definibili «abbienti» per reddito o patrimonio, alle quali gli Stati intendono chiedere un contributo maggiore.
In diversi Paesi è da tempo in atto un ampio dibattito sulle modalità per garantire ai bilanci pubblici nuove risorse finanziarie.

L'attenzione è focalizzata prevalentemente – a parte alcuni casi d'incremento dell'imposizione indiretta (Iva in primis, come ha fatto l'Italia) – sulla possibilità di aumentare le imposte sui redditi superiori a una certa soglia ovvero di introdurre o rivisitare forme di imposizione patrimoniale.
Alcuni Paesi europei hanno già agito incrementando le aliquote sul reddito rispetto al 2010 (Spagna, Italia, Francia). Negli Stati Uniti è oramai nel pieno della discussione la proposta del presidente Obama d'innalzare dal 2012 le aliquote d'imposta più elevate portando il 33% al 35 e il 35% al 39,5 nonché la tassazione dei capital gain dal 15 al 20 per cento.

In Germania la situazione fiscale sembra non aver subito modifiche rispetto al 2010 e non sono previste a breve evoluzioni degne di nota. Tuttavia, come per gli tutti gli altri Stati dell'Eurozona, non possono essere esclusi repentini sviluppi in ambito fiscale legati strettamente alle crescenti esigenze finanziarie per fronteggiare le difficoltà dello sviluppo interno e quelle dei mercati internazionali.
Mettendo a confronto i sistemi fiscali di otto Paesi emerge che l'Olanda ha (e questo da sempre e non solo ora in periodo di crisi) il maggior carico d'imposta sulle persone fisiche ad alto reddito, anche senza tener conto della patrimoniale; seguono da vicino Italia, Gran Bretagna e Spagna. Germania e Francia si attestano invece su fiscalità inferiori, senza tuttavia poterle definire sostanzialmente agevolate. Di favore appare invece la pressione fiscale sui super ricchi negli Stati Uniti soprattutto se confrontata con quella svizzera come termine di paragone noto.

E questo pur tenendo fisso che le previsioni di uno Stato rispetto a un altro per detrazioni o deduzioni dal reddito (ad esempio per carichi di famiglia) della persona fisica possono fare una differenza sostanziale sul peso complessivo della tassazione. Se dalle imposte sul reddito si passa alla patrimoniale – che tanto fa discutere anche in Italia – si vede che l'imposta è stata reintrodotta in Spagna ed è tornata ad avere un ruolo importante in Paesi dove già esisteva come Olanda (anche se – sia pure in modo ibrido – il patrimonio sia già la base di computo per l' imposta sui redditi) e Francia, dove è stata alleggerita ma pare definitivamente accantonata l'idea di abolirla. In Gran Bretagna, anche se non ci sono conferme ufficiali, la stampa accredita lo studio di una patrimoniale sugli immobili di lusso. In Svizzera, invece, esiste come il necessario controbilanciamento di un prelievo sui redditi particolarmente favorevole con modalità di computo che variano in base alle municipalità e ai cantoni.

Osservando la situazione fiscale in altri Paesi europei ci si rende conto che da noi il problema cruciale non è decidere se aumentare le aliquote d'imposta solo per i più ricchi o introdurre una patrimoniale, anche se per quest'ultima ci sono non poche resistenze nonostante sia evidente che altri Paesi l'hanno introdotta da tempo ed il gettito ha consentito in passato una stabilizzazione dell'imposizione diretta.
Il vero problema italiano è avviare nel contribuente un approccio virtuoso ed etico al pagamento delle imposte siano esse sul reddito o sul patrimonio al quale abbinare un costante e rigoroso sistema di controlli e sanzioni perché il gettito effettivo sia preservato, al di là della tassazione nominale del 40 o del 50% o dell'introduzione o meno di una patrimoniale.

Se non si dichiara l'effettivo reddito o patrimonio e chi non lo fa non viene adeguatamente sanzionato, viene meno il presupposto e la funzione stessa dell'imposizione, vanificando ogni sforzo, ogni programma in materia fiscale, lasciando a pochi "forzati del Fisco" l'onere di pagare le imposte per tutti, per poi scoprire che è troppo corta la coperta.
Il panorama internazionale è complesso e le soluzioni ai problemi di oggi non potranno non influenzare il dibattito in corso sulle evoluzioni in ambito fiscale. Tenere monitorata la situazione è la parole chiave.

Shopping24

Dai nostri archivi