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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 17:14.

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Il nodo della successione a Mario Draghi al vertice di Bankitalia va sciolto rapidamente. Silvio Berlusconi prova a superare l'impasse che si è registrata dopo il vertice di due giorni fa con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e le divergenze sul nome da indicare alla guida di Via Nazionale. Sarà dunque un nuovo vertice di maggioranza, dopo quello convocato oggi dal Cavaliere a Palazzo Grazioli, a individuare la prossima settimana una soluzione. Che passa, è il ragionamento consegnato dal premier ai suoi, attraverso «un accordo politico» nella maggioranza.

Berlusconi: problema delicato, serve accordo politico
Insomma, il Cavaliere tenta di uscire dallo stallo. «È un problema delicato», spiega Berlusconi. Ma, prima di arrivare a presentare un nome al Consiglio superiore di Via Nazionale, come prevede lalegge 262 del 2005, serve per il premier «un accordo politico». La posta in palio è altissima: in ballo non c'è solo la credibilità di Palazzo Koch, ma anche la stabilità del governo. Con Tremonti che ha puntato i piedi sul suo candidato, il dg del Tesoro Vittorio Grilli, opponendolo al nome dell'attuale numero due di via Nazionale, Fabrizio Saccomanni, finora considerato in pole position.

Il premier pronto a portare una terna di nomi in Cdm
Saccomanni, per la verità. continua a essere il nome preferito anche dal Cavaliere, consapevole del sostegno di cui gode l'attuale dg di Bankitalia. Ma il premier deve fare i conti con l'ostinazione di Tremonti ed è per questo che Berlusconi non avrebbe escluso, durante il vertice di oggi a Palazzo Grazioli, la possibilità di portare al prossimo Consiglio dei ministri una "terna" di nomi (il terzo dei papabili potrebbe essere Lorenzo Bini Smaghi, ma in pista ci sarebbe anche il vicedirettore di Bankitalia Ignazio Visco), nel tentativo di far leva sulla maggioranza dei ministri Pdl in Cdm per risolvere politicamente il match.

Corsaro: valutiamo i candidati, forse più di due
Non a caso il vicepresidente dei deputati del Pdl, Massimo Corsaro, prende tempo. «È un tema su cui stiamo ragionando. Non è una battaglia tra Tremonti e Berlusconi, stiamo valutando le caratteristiche dei candidati che potrebbero essere anche più di due». I nomi, aggiunge, «sono quelli conosciuti, ma potrebbe essercene anche un terzo. La scelta finale compete al presidente del Consiglio, passa per una sua valutazione. Per una soluzione non credo ci vorrà molto tempo».

La sponda di Bossi a favore di Grilli
La soluzione quindi potrebbe passare dalla scelta di un outsider. Una mossa che consentirebbe al premier di uscire dallo stallo senza troppi scossoni nella maggioranza. Visto che sulla partita pesa anche l'endorsement, pronunciato ieri da Umberto Bossi, a favore di Grilli. «Lo preferisco, almeno è di Milano». L'ennesimo segnale del rinnovato asse tra il ministro e il Senatur che Berlusconi non può trascurare, nemmeno in questa partita. (Ce. Do.)

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