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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2011 alle ore 18:15.
L'ultima modifica è del 28 settembre 2011 alle ore 14:02.

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Fabrizio Saccomanni, Mario Draghi e Vittorio GrilliFabrizio Saccomanni, Mario Draghi e Vittorio Grilli

Girandola di incontri attorno al dopo-Draghi dopo lo stallo registratosi nelle ultime ore sul nuovo governatore di Bankitalia. Con il premier Silvio Berlusconi che, assediato dai giornalisti a Montecitorio prima del voto su Romano, conferma l'impasse. «Novità? Nessuna», taglia corto dopo una giornata segnata da un susseguirsi di contatti tra Palazzo Chigi e Quirinale. Mentre la riunione mattutina del Consiglio superiore di Via Nazionale - che avrebbe dovuto rappresentare il primo passo verso la nomina dell'attuale numero due di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni - scorre via senza colpi di scena. La lettera, firmata dal Governo e attesa già oggi sul tavolo di Palazzo Koch, resta infatti nel cassetto a suggellare una impasse scaturita dal vertice, ieri, tra il presidente del Consiglio e Giulio Tremonti. Divisi, e anche molto, sul nome del nuovo inquilino di Via Nazionale, con il premier deciso ad avallare il via libera a Saccomanni e il ministro proteso a difesa del suo candidato: il dg del Tesoro, Vittorio Grilli.

Girandola di incontri tra Palazzo Chigi e Quirinale
Così, quando in mattinata appare chiaro che nessuna missiva è giunta all'attenzione del consigliere più anziano, Paolo Blasi, comincia il primo di una serie di incontri. Mario Draghi arriva poco dopo le 15 a Palazzo Chigi per un breve confronto con il Cavaliere, appena mezz'ora. Poi è il turno del ministro Tremonti che varca il portone di piazza Colonna verso le 16.30 e si intrattiene per cinquanta minuti con il presidente del Consiglio. Sul tavolo il nodo della successione a Draghi, ma anche il Dpcm con i tagli ai ministeri che il premier firmerà poco dopo. Nel frattempo dal Quirinale arriva una nota che riferisce dell'incontro tra il governatore e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Un faccia a faccia, secondo quanto scrive l'agenzia Tmnews, sarebbe stato preceduto stamane da un colloquio telefonico tra i due.

Blasi: rispettare l'autonomia dell'istituto
Nessuna missiva è quindi giunta oggi a Blasi che avrebbe potuto trasformare in qualsiasi momento la riunione in «straordinaria» avviando così la complessa procedura prevista dalla legge 262 del 2005 per l'avvicendamento ai vertici di Palazzo Koch. Lo stesso Blasi, interpellato dall'agenzia Radiocor, ha poi ribadito l'esigenza di salvaguardare l'indipendenza di Via Nazionale. «L'autonomia della Banca è un bene prezioso. Non si faccia l'errore di considerare il parere del Consiglio superiore come una sinecura». Il parere, ha aggiunto Blasi, «quando arriverà l'indicazione del nome dal presidente del Consiglio, sarà espresso nel rigoroso rispetto dell'autonomia della Banca e potrà essere positivo o negativo a seconda della candidatura che verrà presentata». Su questo punto, ha quindi chiarito, «siamo tutti d'accordo: ci vuole il rigoroso rispetto delle procedure» per la nomina del successore di Draghi e «vorremmo che si tenesse conto di questo». Il governatore Draghi, intanto, ha fissato per il 24 ottobre la prossima riunione ordinaria del Consiglio, l'ultima che presiederà da governatore della Banca d'Italia, prima di insediarsi come presidente della Bce a Francoforte. L'auspicio del consigliere anziano è che quella sia la riunione della fumata bianca.

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