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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2011 alle ore 07:05.
Sono stati additati tra i responsabili, forse per eccesso di paura e prudenza, della carenza di finanziamenti in dollari per le banche europee. Ma i money market fund americani, specializzati in prestiti a breve ad aziende come a colossi del credito, sono a loro volta un anello ancora debole, troppo debole del sistema finanziario. L'allarme è arrivato dal responsabile della sede di Boston della Federal Reserve, Eric Rosengren.
L'esponente del vertice della Fed ha invocato una supervisione più severa di un comparto da 2.500 miliardi di dollari considerato vitale per il funzionamento dell'economia. Il congelamento di questo invisibile quanto vasto mare di liquidità, infatti, può avere conseguenze devastanti per l'industria e destabilizzanti per i mercati globali. Rosengren ha ipotizzato soluzioni per rendere i money marlet fund meno vulnerabili a shock e turbolenze: nuovi requisiti di capitale per i fondi, sufficienti ad assorbire almeno una singola e significativa esposizione. Pena l'obbligo a lasciar fluttuare quotidianamente le loro azioni come qualunque fondo comune anzichè ancorarle al prezzo di un dollaro che rassicura gli investitori. Se Rosengren non è il primo a chiedere giri di vite, il suo messaggio è forse il più influente: la sede di Boston della Banca centrale ha la «delega» per i controlli sui fondi.
E ha gestito i programmi di soccorso nel 2008: allora il contagio lambì i money market fund, scatenando fughe di investitori e ostacolando il credito indispensabile per le attività di multinazionali del calibro di General Electric. L'intervento di Rosenberg, però, è stato rilevante anche per un altro aspetto: oltre a denunciare la continua fragilità di un «angolo» della finanza a stelle e strisce, ha proseguito la campagna delle autorità Usa per spingere il Vecchio continente ad agire con maggior decisione nella crisi. È stato pronunciato a Stoccolma, dopo che i fondi hanno ridimensionato l'esposizione alle banche dell'eurozona a 214 miliardi di dollari in agosto dai 391 dell'anno scorso. E all'Europa e alla sua finanza ha ricordato che è rischioso affidarsi troppo a finanziamenti a breve, che possono evaporare davanti alle avversità.
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