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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2011 alle ore 15:53.
L'ultima modifica è del 05 ottobre 2011 alle ore 14:22.

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Intercettazioni, passa l'udienza filtro. Strappo della Bongiorno: mi dimetto da relatrice. Nella foto la presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno (Ansa)Intercettazioni, passa l'udienza filtro. Strappo della Bongiorno: mi dimetto da relatrice. Nella foto la presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno (Ansa)

Alta tensione alla Camera sul Ddl intercettazioni. Il comitato dei nove della commissione giustizia di Montecitorio ha dato infatti parere favorevole a maggioranza all'emendamento del Pdl targato Costa-Contento che vieta la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. E Giulia Bongiorno in segno di protesta lascia l'incarico di relatrice del provvedimento. Una minaccia già ventilata ieri dalla finiana e che oggi è stata messa in campo dopo la scelta della maggioranza di tirare dritto sull'udienza filtro nonostante il "no" dei terzopolisti. Enrico Costa sostituirà la Bongiorno, ma il clima è caldissimo in aula dove nel pomeriggio sono poi state respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd e Idv: Pdl e Lega hanno votato contro, democratici e dipietristi a favore, astenuto il Terzo polo.

Accordo sulla norma salva-blog
Passo avanti invece sulla norma salva-blog firmata da Roberto Cassinelli (Pdl). Il comitato dei nove ha infatti approvato all'unanimità l'emendamento che distingue le testate giornalistiche online dai siti amatoriali: l'obbligo di rettifica entro 48 ore rimane quindi solo per i siti di informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa.

Il Pdl rilancia il carcere per i cronisti
Insomma, è di nuovo scontro a Montecitorio sul Ddl sugli ascolti. E, ad alzare la temperatura dell'aula, ci aveva pensato stamane anche Maurizio Paniz, avvocato pidiellino e membro della commissione Giustizia alla Camera, che ai microfoni di Radio 24, rilancia l'idea del carcere per i cronisti. «Il giornalista - ha spiegato Paniz - che pubblica ciò che non può pubblicare dovrebbe subire una sanzione pensale, il carcere magari è un percorso più lungo. Che ne so, ci vorrebbe una sanzione da 15 giorni a un anno, poi il giudice graduerá a seconda della violazione, vedrá se sono possibili riti alternativi, pene pecuniarie o multe o se il giornalista debba andare in carcere».

Casini: sì a legge seria, niente vendette o censure
Un segnale che aveva contribuito a complicare, ancor prima delle dimissioni della Bongiorno, il confronto, ancora aperto, tra maggioranza e Terzo polo. Non è un caso che Pierferdinando Casini, leader dell'Udc, era tornato a ribadire le condizioni per provare a riaprire il canale del dialogo. «La nostra astensione sulle pregiudiziali dimostra che se si vuole fare una legge seria per impedire gli abusi c'è lo spazio. Se invece vogliono fare censure e vendette, non potremo essere complici». Aperti al confronto, aveva rimarcato poi il centrista Roberto Rao in aula, «ma niente passi indietro o forzature sulla libertà di informazione». Mentre il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, aveva sferzato il premier Silvio Berlusconi. «È scandaloso che mentre quattro ragazze muoiono sotto le macerie per lavorare a quattro euro all'ora e Moody's ci declassa, noi siamo qui a parlare di intercettazioni», aveva attaccato il numero uno dei democratici prima di entrare in aula per l'esame del Ddl. «Questo dimostra la perdita di presa totale verso gli interessi del Paese - ha proseguito Bersani - pensa solo agli affari suoi, lo vedono in tutto il mondo che è così».

Vietti apre alla mediazione del Pdl: udienza filtro soluzione ragionevole
Insomma, il Pd chiude a qualsiasi confronto, i centristi ancora no. Ma certo la proposta messa ieri sul piatto dal Pdl - la non pubblicabilità delle intercettazioni fino all'udienza filtro - è considerata da Casini e dai suoi troppo punitiva nei confronti della stampa. Di avviso diverso è però il centrista, Michele Vietti, vicepresidente del Csm. «L'emendamento del Pdl mi pare una soluzione che ha una propria ragionevolezza. Sulle intercettazioni mi auguro che il Parlamento trovi finalmente una soluzione».

Cascini (Anm): Ddl è attentato alla libertà di stampa
Ma il sindacato delle toghe è di nuovo in allarme. «Sicuramente - dice il segretario dell'Anm, Giuseppe Cascini - ci sono intercettazioni e vicende che attengono alla vita privata che non dovrebbero mai essere pubblicate, sono pura pruderie. Ma tentare di mettere una pezza a valle vietando la pubblicazione è un attentato alla libertà di stampa».

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