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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2011 alle ore 13:46.

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L'Italia «deve cambiare il suo modo di affrontare la crisi in cui ci troviamo, molto pesante a partire da agosto, perché c'è la necessità di recuperare credibilità su mercati internazionali, oggi molto bassa». Lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, spiegando che Moody's pur avendo declassato il debito pubblico ne ha comunque riconosciuto «la solidità. Il downgrading è legato a politiche economiche incerte e, in generale, a una condizione politica incerta».

«Con il declassamento - ha aggiunto Marcegaglia - sale la preoccupazione delle imprese per un possibile restringimento del credito. È un problema serio che riguarda il sistema bancario e la capacità di finanziare cittadini e imprese. Questo ci preoccupa». Il presidente di Confindustria ha inoltre ribadito la necessità di riforme strutturali: «Oggi siamo un Paese che è nell'occhio del ciclone dell'eurodebito. La prima cosa da fare è discutere con serietà, senza demagogia, senza che ogni intervento venga vissuto come una invasione di campo». Confindustria, ha sottolineato la Marcegaglia, continuerà a rilanciare sulla necessità di un ritorno alla crescita: «Noi critichiamo il Governo non perché ci piace - ha spiegato - ma perché sentiamo la preoccupazione crescente delle imprese e degli italiani e la preoccupazione crescente per la crisi di credibilità».

Il numero uno degli industriali invita tutti «a uno sforzo comune» e chiede di «evitare demagogie e divisioni, evitare di darci le colpe gli uni con gli altri». Del resto «siamo un paese nell'occhio del ciclone del debito pubblico». Quanto al manifesto delle imprese, scritto da Confindustria assieme ad altre associazioni, la Marcegaglia ha sottolineato che Confindustria non fa «né proclami» né è composta da «maestrini» e che «continuerà ad essere una voce forte e autorevole per il bene del Paese».

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