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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2011 alle ore 16:00.

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L'elezione è filata via liscia: Maurilio Canton è stato eletto nuovo segretario provinciale della Lega a Varese. Ma certo la partita non poteva finire diversamente essendo, quella di Canton, una corsa solitaria. Lui, candidato unico alla segreteria, indicato da Umberto Bossi in persona e proclamato al termine di cinque ore di congresso, senza una votazione formale e con un'acclamazione arrivata in mezzo a contestazioni e proteste dei delegati. Ed è tutto in questo finale di una gara mai partita l'immagine di una Lega che ha preferito nascondere sotto il tappeto le divisioni, spingendo gli altri due contendenti a un passo indietro (Donato Castiglioni, vice dell'ex segretario, e soprattutto Leonardo Tarantino, vicino a Roberto Maroni).

Il malcontento della base: un vero schifo
E basta sentire cosa dice dopo la designazione di Canton, Mario De Micheli, sindaco di Caronno Varesino, per capire che la base non è affatto contenta. «È la giornata peggiore della Lega». «Un vero schifo», gli fa eco un altro delegato che preferisce l'anonimato. Insomma il malumore al termine della riunione durata cinque ore è palpabile. In primo luogo per le modalità con cui si sarebbe svolta l'elezione, cioè non per voto come prevederebbe lo statuto, né per acclamazione, come già fatto altro volte in passato dalla Lega. Poi per la decisione degli altri candidati di ritirarsi all'ultimo minuto più per non dispiacere il leader Bossi che aveva dato la sua investitura ufficiale a Canton

Bossi: volevo sciogliere questo pasticcio, ho portato aria nuova
Non a caso, alla fine, il più soddisfatto sembra essere il Senatur, consapevole che il suo intervento a gamba tesa ha evitato il peggio. «Volevo sciogliere questo pasticcio in qualche modo. Ho portato aria nuova», spiega il Senatur cercando di gettare acqua sul fuoco delle polemiche. Ma i malumori sono tutt'altro che fugati. E a poco serve il tentativo del leader della Lega di stemperare la tensione. Così, ai cronist iche segnalano il malessere dei suoi, il Senatur replica in modo poco convincente. «Quando ho parlato - dice - ho visto in seconda, terza fila, un paio che me li ricordo a Varese del Msi, dei fascisti: è stato un po' organizzato».

Reguzzoni: non ci sono divisioni, Lega unita attorno al leader
La base scalpita, quindi. E nemmeno Marco Reguzzoni riesce a spegnere il malcontento. «Divisioni non ce ne sono, la Lega è unita intorno a Bossi, siete voi giornalisti che parlate di divisioni», è la tesi del capogruppo alla Camera. Francesco Maria Speroni, capogruppo leghista a Bruxelles, spiega invece che «Bossi ha caldeggiato, intervenendo al Congresso, la candidatura del nuovo segretario. Poi il presidente Gibelli ha indetto la votazione per acclamazione ed è stato eletto Canton». Anche se ammette che «non è filato tutto liscio perchè qualcuno avrebbe preferito qualcun altro». Al punto che nella notte spunta anche uno striscione che suggella la battaglia attorno a Canton. «Canton segretario di chi? Di nessuno!!!».

Due giorni fa il passo indietro dei due candidati vicini a Maroni
Insomma, i problemi nella Lega restano irrisolti. E Maroni che lascia l'appuntamento di Varese evitando i giornalisti è la plastica rappresentazione di un Carroccio sempre diviso, nonostante le rassicurazioni del leader. Proprio il passo indietro dei due candidati varesini, avvenuto due giorni fa, aveva sancito il fallimento della trattativa per la ricerca di un nome di compromesso tra le diverse anime locali e nazionali del partito. Cruciale era stato l'intervento di Bossi che, a una settimana dal conclave, domenica scorsa, al suo arrivo alla festa del partito a Buguggiate accompagnato da Reguzzoni, aveva dato il suo "endorsement" a Canton.

L'endorsement di Bossi per Canton
Lo stesso Bossi aveva poi annunciato ai giornalisti la soluzione della contesa. «Il problema è risolto: io e Maroni siamo d'accordo. Scelgo Canton, è bravo», aveva detto. L'auspicio, a quel punto, era che si arrivasse al ritiro delle altre candidature, per evitare lo scontro frontale. Castiglioni e Tarantino hanno, però, deciso di andare avanti e hanno presentato le firme raccolte a loro sostegno giovedì sera (il termine ultimo era venerdì mattina alle 9). Ma la corsa a tre esponeva il candidato del «capo» a troppi rischi. Ed è stato allora che è intervenuta la segreteria della Lega lombarda, guidata da Giancarlo Giorgetti, vicino al ministro dell'Interno. L'intervento ha convinto gli altri due duellanti a ritirarsi e a lasciare campo libero a Canton. Ma non ha certo spento il malessere dei maroniani.

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