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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2011 alle ore 20:24.

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Claudio Scajola e Beppe Pisanu (Ansa)Claudio Scajola e Beppe Pisanu (Ansa)

È una conta necessariamente in divenire perché, almeno sulla carta, il traguardo è diverso. Visto che, come riconosce un navigatissimo dirigente del Pdl con il Sole24ore.com, «Claudio Scajola e Gianni Alemanno non vogliono accoltellare Berlusconi, rivendicano soprattutto più spazi, mentre Beppe Pisanu punta a una riedizione del 14 dicembre». Che, fuor di politichese, significa una cosa sola: un nuovo tentativo di spallata, sperando in un finale di partita ovviamente diverso.

I numeri dei «malpancisti»
I numeri, per il momento, sono i seguenti: una trentina di parlamentari tra Camera e Senato. Includendo nel conteggio gli scajoliani più convinti e gli uomini del presidente della commissione Antimafia che sarebbero pronti sin d'ora a firmare un documento di forte discontinuità da indirizzare a Silvio Berlusconi. Perché è vero che l'ex ministro dello Sviluppo ha truppe abbastanza nutrite in Parlamento (circa 35 parlamentari), ma non tutti sono pronti a divorziare dal Cavaliere o, peggio ancora, a far cadere il governo.

Il progetto di un nuovo B-day al Senato
E qui sta appunto la differenza forte tra coloro che in queste ore si agitano sottotraccia. Pisanu, a detta di chi ne osserva i movimenti, sta puntando a una riedizione del 14 dicembre: un nuovo B-day, questa volta al Senato e non alla Camera, da predisporre più o meno nello stesso periodo in modo da avere il tempo, da qui a dicembre, di organizzare al meglio l'esercito in vista della battaglia finale. Più incerta la posizione di Scajola che rivendica un cambio di passo, ma non sarebbe pronto a portare fino alle estreme conseguenze il suo dissenso. Come pure Alemanno che ha ingaggiato da tempo una battaglia interna per riposizionarsi nel partito e nella maggioranza visto l'opaca esperienza alla guida di Roma.

Martedì sera la riunione degli scajoliani
Insomma, gli obiettivi non coincidono perfettamente, ma tra i tre proseguono i contatti. Di certo si sa che gli scajoliani continuano a lavorare al loro documento imperniato su tre punti: la richiesta di maggiore collegialità nel partito, un cambio della politica economica del governo e scelte precise per il decreto sviluppo, che l'ex ministro e i suoi sono pronti a riempire di contenuti. Se ne riparlerà anche martedì sera quando gli scajoliani si vedranno per affinare le loro richieste. Ma sarà solo uno dei tanti incontri in agenda visto che lo stesso Scajola dovrebbe vedere, sempre martedì, anche il sindaco di Roma Alemanno e il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.

L'ex ministro vedrà Alfano e anche il Cavaliere
Contatti e abboccamenti continui alla ricerca di una quadra. Difficile però ch si arrivi a uno show-down già nelle prossime ore: né martedì quando alla Camera sbarcherà il Def, né soprattutto mercoledì con le intercettazioni, su cui pure i distinguo non sono mancati. Più probabile invece che il timing della sfida finale sia spostato in avanti per dare il tempo di capire quante forze sia in grado di aggregare il documento in lavorazione tra gli uomini di Scajola. Che potrebbe coinvolgere, oltre ai fedelissimi di Pisanu, anche qualcuno dei responsabili come lascia intendere il loro ex capogruppo, Luciano Sardelli. «Sono pronto a incontrare Scajola e Pisanu, hanno posizioni simili alle mie». Ma l'esito del match dipende, e anche molto, dai contatti che nei prossimi giorni l'ex ministro avrà sia con Alfano (l'incontro potrebbe già esserci martedì) sia con il Cavaliere al quale, stando ad alcune fonti del Pdl, Scajola avrebbe inviato una missiva. Forse l'ultimo tentativo di mediazione prima della possibile rottura.

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