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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2011 alle ore 18:25.

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Le imprese italiane alla conquista dell'India nel segno della concretezza. Nella foto un operaio indiano al lavoro in un'azienda italiana nei pressi di Mumbai (Reuters)Le imprese italiane alla conquista dell'India nel segno della concretezza. Nella foto un operaio indiano al lavoro in un'azienda italiana nei pressi di Mumbai (Reuters)

Per le imprese italiane l'India è il Paese delle grandi opportunità che vanno colte tempestivamente in una fase di grande espansione per il subcontinente, in grado di viaggiare a ritmi di crescita (sopra l'8%) impensabili per i parametri europei. È quanto emerso oggi nella tavola rotonda organizzata dal gruppo parlamentare di amicizia Italia-India e l'associazione Italia-India.

Zegna: missione più pragmatica, il nostro approccio è cambiato
L'occasione è servita anche a presentare la missione nel subcontinente organizzata da Confindustria, Abi, ex Ice con il supporto dei ministeri dello Sviluppo e degli Affari esteri, in programma dal 31 ottobre al 3 novembre. «Non si tratterà di una missione di sistema, come ce ne sono state molte in passato - ha spiegato Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria per l'Internazionalizzazione -. Abbiamo cambiato approccio: sarà una missione "chirurgica" e più pragmatica che arriva dopo le due di settore, quella di marzo sulle infrastrutture e quella di aprile sull'automotive. Settori che torneranno anche a fine mese insieme alla meccanica e alle nuove energie».

Moretti: piano di sviluppo da 70 miliardi
Uno «sviluppo delle attività sui reciproci mercati» è quanto si è auspicato Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti alla Camera e presidente del gruppo parlamentare di amicizia Italia-India. «Siamo molto interessati ai progetti di sviluppo in India – ha detto l'ad delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti – che ha un piano di sviluppo delle ferrovie da 70 miliardi con altri 25mila chilometri di ferrovie e sei linee dell'Alta velocità».

Campanella: puntare sul private equity per colmare la distanza tra grandi e piccole società
Moretti ha però avvertito che, per avere successo in mercati come quello indiano, l'Italia deve cambiare strategia e puntare su grandi campioni nazionali in grado di proporre un sistema «chiuso e compiuto» che trascini con sé le aziende più piccole. Concetti ribaditi Giuseppe Campanella, presidente di Fondamenta e Futura e Invest, per il quale il private equity può essere lo strumento per colmare la distanza tra società piccole e grandi in fase di progettazione.

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