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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2011 alle ore 20:56.

«L'India rappresenta una eccezionale opportunità per il mondo delle imprese italiane. E' un paese che cresce, con una classe media che si sta affermando, con un potere di acquisto più rotondo e necessità di investimenti, a partire dalle infrastrutture». Lo ha dichiarato l'amministratore delegato di Bnl (gruppo Bnp Paribas), Fabio Gallia, intervendo oggi a Milano al convegno «Fare impresa nel mondo che cambia: l'India», organizzato in collaborazione con Assolombarda.
Il convegno è stata una occasione di incontro e di confronto tra Bnl e imprenditori che vogliono espandere le attività all'estero e che potranno contare sulla banca che propone come un vero e proprio partner delle aziende per accompagnarle a livello internazionale. «Con questa iniziativa, grazie alla rete di Bnp Paribas presente in oltre 80 paesi al mondo - ha detto Gallia - Bnl è in grado di accompagnare e sostenere concretamente le imprese nei propri progetti di internazionalizzazione, offrendo servizi bancari, consulenziali e informativi direttamente in quei paesi».
I numeri dell'India
Gli impressionanti dati del Fmi,citati dagli analisti di Bnl, evidenziano che l'economia indiana tra il 2006 e il 2011 ha segnato una una crescita del Pil reale del 50%. Una crescita che, sul decennio 2006-2016 potrebbe arrivare al 120% contro un 14% stimato per la Germania e un 4% in dieci anni previsto per l'Italia. Nel decennio 2006-16 la crescita indiana potrebbe risultare pari a trenta volte la crescita italiana: centoventi contro quattro.
La popolazione giovane
L'India deve certamente fronteggiare una sfida demografica, ma la sua popolazione è giovane: quella al di sotto dei 15 anni rappresenta il 30% del totale, contro il 20% che si registra in Cina e il 14% dell'Italia. Ma è una popolazione che cresce anche nella qualità del capitale umano come indica la spesa in istruzione pari al 4% del Pil, il doppio di quanto fanno in Cina. Una sfida quindi che può trasformarsi in opportunità.
Paese rurale
L'India è sempre un grande paese rurale, dove l'agricoltura pesa per il 17% del prodotto interno lordo (contro il 2% dell'Italia), ma è anche il solo paese al mondo ad avere tre proprie città tra le prime dieci megalopoli del mondo. Delhi, Mumbai e Kolkata hanno un numero complessivo di abitanti che si avvicina ai 60 milioni, la popolazione dell'intera Italia.
Il risparmio
Quello indiano è un popolo di grandi risparmiatori, con "saving rates" che gli esperti stimano tra il 30 e il 40% del reddito. È un paese, allo stesso tempo, che si apre progressivamente ai consumi con una classe media dotata di redditi annui compresi tra i 6 e i 30mila dollari che nel volgere di pochi anni potrebbe raggiungere la metà della popolazione.
Gli investimenti
Gli investimenti infrastrutturali sono la spina dorsale dello sviluppo indiano. I numeri, ancora una volta, ci aiutano a capire. Il piano quinquennale 2007-12 che l'esecutivo sta portando avanti prevede una spesa di 482 miliardi di dollari. Ad oggi, oltre la metà degli interventi sono stati realizzati. Si prevede che il prossimo piano quinquennale 2013-2017 metterà in cantiere progetti per 1,1 trilioni di dollari, la metà del Pil dell'Italia. Solo per citare una cosa, i piani di modernizzazione della rete stradale indiana prevedono la realizzazione di oltre 50mila chilometri l'anno. Sono 20 chilometri di nuove strade al giorno.
Il microcredito e le donne
Sul fronte finanziario va ricordato che l'India è anche il paese che ha inventato il microcredito. Sono passati oltre trent'anni, dice il bel volume sulle «Women Changing India», nell'ambito della mostra promossa dal gruppo Bnl Paribas presentata al convegno oggi a Milano da quando, "guidate da Ela Bhatt, le donne indiane incominciarono a mettere insieme i loro risparmi - spesso erano solo 10 rupie a testa - e nel 1974 nacque la banca Sewa. Da allora la banca si è diffusa nelle aree rurali e ora conta 3476 gruppi di auto-aiuto, o selfhelp groups (SHGs). Il tasso di restituzione è del 94% e questo dimostra che le donne non sono soltanto buone clienti per le banche, ma che vogliono e possono pagare i servizi finanziari».
Per la vastità dei suoi orizzonti l'India dell'economia, del sociale e della cultura rimane un pianeta complesso, da avvicinare con la necessaria conoscenza e l'opportuno supporto. (Ant. Bor)
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