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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2011 alle ore 16:02.

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E' un "pasticcio" che rischia di riaprire un aspro fronte di tensione tra Italia e Francia proprio quando è in gioco il futuro dell'euro. "Parigi preme su Berlusconi perché le liberi un posto alla Bce", titola Les Echos sulla copertina del suo sito web. "L'Eliseo reclama la poltrona di Lorenzo Bini Smaghi, che gli era stata promessa a giugno".

La Francia potrebbe non avere più nessun rappresentante nel board della Banca centrale europea quando, il 1.mo novembre, l'italiano Mario Draghi assumerà la presidenza della Bce al posto del francese Jean-Claude Trichet.
"La paralisi politica che regna a Roma fa venire i sudori freddi all'Eliseo", scrive il corrispondente Guillaume Delacroix. Tra dieci giorni Draghi succederà a Trichet e – ricorda les Echos – "in cambio" si era convenuto che a quella data Bini Smaghi cedesse il posto. "L'Italia sosterrà naturalmente la candidatura di un francese" si era rallegrato "un po' troppo rapidamente" Nicolas Sarkozy dopo il viaggio a Roma a fine aprile. In quell'occasione, il presidente francese aveva appoggiato la candidatura di Draghi e Silvio Berlusconi gli aveva promesso di contraccambiare il favore.

Ma non avevano fatto i conti con la "sacrosanta indipendenza" della Bce e con "il temperamento" di Bini Smaghi, osserva il quotidiano francese. L'economista ha fatto capire che non lascerà Francoforte finché non gli sarà proposto un posto alla sua altezza nel proprio Paese. "Un po' forte", scrive Les Echos, facendo notare che gli italiani detengono tre direzioni generali alla Bce: Francesco Papadia alle operazioni di mercato, Mauro Grande alla stabilità finanziaria e
Daniela Russo ai sistemi di pagamento e all'infrastruttura del mercato. Il quotidiano francese cita il Corriere della Sera, che evoca il rischio di un conflitto diplomatico a poche ore dal vertice europeo di Bruxelles, con Sarkozy che "sarebbe pronto a denunciare la situazione in conferenza stampa".

All'inizio dell'estate, ricorda Les Echos, Berlusconi aveva fatto balenare a Bini Smaghi il posto di comando alla Banca d'Italia, in sostituzione di Draghi. Ma quattro mesi dopo, la faccenda si è trasformata in un "pasticcio" (nell'accezione francese del termine italiano "imbroglio"), con il Cavaliere favorevole alla candidatura dell'attuale numero due della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, schierato per il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, che ha l'appoggio di Umberto Bossi "perché è nato a Milano".

La "marcia indietro" di Berlusconi che ha rimesso in gioco Bini Smaghi "ha il difetto di non piacere al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano". In compenso, nota ironicamente Les Echos, Bini Smaghi ha un "grande vantaggio", per quanto "irrisorio" possa sembrare all'estero: è nato a Firenze, a metà strada tra Roma e Milano.

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