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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2011 alle ore 21:15.
L'ultima modifica è del 20 ottobre 2011 alle ore 17:27.

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Ignazio Visco, napoletano, classe 1949, è il nome scelto per Bankitalia dal premier Silvio Berlusconi e sottoposto ai tredici saggi di Via Nazionale. Si sblocca dunque l'impasse attorno alla designazione del nuovo governatore e la lettera del premier, con il nome del vicedirettore generale di Bankitalia, è stata inviata al componente anziano Paolo Blasi e sarà vagliata dal Consiglio superiore di Via Nazionale, chiamato a esprimere, in base alla legge 262 del 2005, un parere obbligatorio ma non vincolante. Da Palazzo Koch arrivano comunque commenti positivi su Visco. «È una scelta valida», spiegano fonti autorevoli di Bankitalia. Che, però, nel pomeriggio, avevano manifestato preoccupazione per «la gestione spiacevole» della vicenda.

Il faccia a faccia al Quirinale. Bossi: puntavamo su altro, Napolitano presente
Alla fine, però, la delicata partita ha tagliato il traguardo. E la missiva di Berlusconi è arrivata subito dopo l'incontro del premier e di Gianni Letta con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Poco prima delle 19, infatti, i due erano infatti saliti al Quirinale per provare a superare lo stallo attorno all'avvicendamento ai vertici di Palazzo Koch. Un colloquio seguito al vertice convocato dal premier nel pomeriggio a Palazzo Chigi e al quale avevano preso parte Giulio Tremonti e Umberto Bossi. «Il nome lo dirà Berlusconi questa sera», aveva annunciato il Senatur al termine della riunione. Stoppando le indiscrezioni sulla possibile "promozione" di Anna Maria Tarantola, uno dei tre vicedirettori generali di Palazzo Koch. «No, sono cazzate». Poi, dopo la nomina di Visco, un laconico commento. «Noi avevamo puntato su altro. Napolitano? È stato presente».

Berlusconi prudente prima dell'incontro al Colle: la lettera? Sto provvedendo
Intercettato dai cronisti, il premier, però, non si era sbilanciato nel pomeriggio. «Stiamo provvedendo», aveva spiegato a chi aveva chiesto lumi sulla lettera annunciata ieri. «Se sarà Lorenzo Bini Smaghi? Devo essere riservato come ho detto ieri», aveva quindi replicato il presidente del Consiglio prima di lasciare Montecitorio per recarsi a Palazzo Chigi in vista del vertice con Tremonti e Bossi. I quali, fino alla fine, come lascia anche intendere in serata il Senatur, hanno provato a spingere il candidato preferito dal ministro dell'Economia, cioè l'attuale Dg del Tesoro, Vittorio Grilli.

Tremonti non commenta. Via XX Settembre: ottimi rapporti tra i due
Le quotazioni di Grilli erano però scese nettamente nelle ultime ore mentre erano salite quelle di Bini Smaghi. Alla fine, però, ha prevalso la sorpresa Visco che assicura la continuità e l'autonomia più volte sollecitate dal Colle e dallo stesso Draghi. Il governatore uscente, nei giorni scorsi, ha speso la sua moral suasion nel tentativo di arrivare a una soluzione che salvaguardasse il prestigio dell'istituto. E la scelta di un interno soddisfa tutti, anche il ministro dell'Economia. Che non commenta la designazione, ma in via XX Settembre si fa notare l'ottimo rapporto personale e professionale tra il ministro e il nuovo governatore. Hanno lavorato insieme anche all'ultimo G20 di Parigi, seduti accanto durante la cena di gala.

Bersani apprezza: resta disagio per incapacità di Berlusconi
Non mancano, invece, i commenti dell'opposizione sul nuovo governatore. Pier Luigi Bersani, numero uno del Pd, esprime «apprezzamento» per Visco. «Corrisponde pienamente ai criteri di autorevolezza e di autonomia della scelta che avevamo avanzato nelle settimane scorse». Resta però, sottolinea il segretario dei democratici, «il disagio e l'incapacità di Berlusconi a decidere che ha messo in discredito l'Italia e in imbarazzo tante autorevoli personalità». Con la nomina di Ignazio Visco, scrive il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, sulla sua pagina Facebook, «si registra un altro successo di Draghi e si rispetta, seppur con qualche sbavatura, l'autonomia e l'indipendenza della nostra banca centrale. Tremonti esce pesantemente sconfitto e sarà di fatto commissariato da Draghi, mentre Bossi ne esce con le ossa rotte visto che Visco è napoletano e lui voleva un milanese».

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