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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2011 alle ore 15:27.

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CATANIA. La riforma forense non passerà in questa legislatura. Ne sono convinti i politici dell'opposizione, Nino Lo Presti, capogruppo di futuro e libertà alla commissione bilancio della Camera e, Luigi Lusi, membro della commissione bilancio del senato, ospiti dei giovani avvocati nella penultima giornata del 21 congresso Catanese. La previsione di una fumata nera per le sorti della riforma che maggiormente sta a cuore agli avvocati arriva in vista della discussione degli emendamenti fissata per martedì.

La soluzione legislativa
Più possibilista Salvatore Torrisi, componente della commissione giustizia della Camera del Pdl, che propone la corsia preferenziale del comitato ristretto e la soluzione legislativa per uscire dall'empasse creato da circa cinquecento emendamenti. «Il numero di emendamenti presentati – spiega Torrisi - dimostra chiaramente la volontà di fare modifiche sostanziali. Per evitare di vanificare tutto, mercoledì scorso ho tentato una mediazione con l'opposizione – informa Salvatore Torrisi – proponendo di lavorare con un comitato ristretto per arrivare a un'approvazione in commissione. La via legislativa consentirebbe una rettifica del testo in tempi rapidi».

Il pessimismo dell'opposizione
Quella che per Torrisi potrebbe essere la soluzione è invece solo un "giochetto" per Luigi Lusi. «Siamo in sessione bilancio e non dunque non si può approvare nulla – afferma Lusi – la via legislativa è una stupidaggine che non porterà a nessun risultato. A mio parere è escluso che il testo in discussione, che ha anche la pecca di alimentare il conflitto generazionale, veda la luce in questa legislatura».

Pessimismo condiviso da Nino Lo Presti.
«L'esame degli emendamenti non sarà completato prima di Natale, sempre che non si arrivi a uno scioglimento anticipato delle Camere – dice Nino Lo Presti – ci sono troppi stop and go per pensare che sia percorribile "la legislativa". Sono inoltre d'accordo con il senatore Lusi nel giudicare questa riforma non utile per i giovani e neppure per uno sviluppo della professione in generale». Difendono invece le nuove norme i due avvocati penalisti Guido Calvi e Filiberto Palumbo, entrambi componenti del Consiglio superiore della magistratura. «La riforma è importante non solo per gli avvocati – sostiene Calvi – ma per l'intero sistema giudiziario, la sua approvazione deve essere una priorità se si arriverà alla scadenza fisiologica della legislatura».

L'Oua accetta gli emendamenti
«Si tratta di norme indispensabili per il futuro della categoria a cominciare dall'aspetto che riguarda il rigore deontologico». Della necessità di accettare gli emendamenti per portare a casa il risultato è convinto il presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura Maurizio de Tilla. L'invito del vertice dell'Oua è di obbligare l'opposizione a uscire allo scoperto e a scoprire il suo gioco. «Chiedere la soluzione legislativa proposta da Torrisi ci consente di capire se l'opposizione fa melina. Da parte nostra accettiamo gli emendamenti. Primo tra tutti la separazione del potere disciplinare – dichiara il presidente dell'Oua – una categoria che non è trasparente non può essere credibile». Chiede un'approvazione rapida anche il presidente dei civilisti Renzo Menoni. Resta fuori dal coro la segretaria dell'Associazione nazionale forense Ester Perifano che si domanda "cui prodest" una pessima riforma. Domani si chiude il congresso con il passaggio del testimone da parte del presidente uscente Giuseppe Sileci al suo successore.

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