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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2011 alle ore 17:39.

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Manca solo un passaggio giudiziario alla scarcerazione di Alfonso Papa, dopo il disco verde del tribunale di Napoli che ieri ha accolto la richiesta del collegio difensivo - avvocati Giuseppe D'Alise e Carlo Di Casola - di concessione degli arresti domiciliari: il parere della procura di Roma, competente per il reato di concussione consumatosi nella Capitale.

Papa verso la scarcerazione: sì attende il via libera della procura di Roma
ll gip di Napoli ha concesso infatti gli arresti domiciliari al parlamentare del Pdl nonostante il parere negativo dei pm che conducono l'inchiesta sulla P4. Papa è rimasto però in carcere perché detenuto per un'ipotesi di concussione su ordine della procura di Roma. Se dunque piazzale Clodio darà il proprio "via libera", l'ex magistrato potrà lasciare il carcere di Poggioreale, dov'è recluso da luglio a seguito del sì all'arresto da parte di Montecitorio, accusato di corruzione, concussione, estorsione, favoreggiamento e rivelazione di segreto.

L'ordinanza del gip: l'accusa di concussione contestata dai pm capitolini
Il capo di imputazione romano di Papa è così stato delineato dal gip Luigi Giordano nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere: «Papa, prima, reiteratamente, intimoriva Vittorio Casale - imprenditore immobiliarista - rappresentandogli anche che sarebbe stato "fortemente attenzionato dalla procura di Milano per la vicenda Bnl", dicendo allo stesso addirittura che era imminente un mandato di cattura spiccato dalla suddetta augorità giudiziaria nei suoi confronti, prospettando, poi, di contro, che un atteggiamento amichevole nei suoi confronti lo avrebbe garantito per tutti i problemi giudiziari che lo stesso Casale avrebbero potuto avere, costringeva o comunque induceva Casale a conferirgli beni ed utilità vari per un valore pari migliaia di euro».

La decisione di piazzale Clodio attesa nei prossimi giorni
Il gip snocciola quindi la contropartita assicurata da Casale al deputato del Pdl. «Il pagamento, per circa due anni, del canone mensile inerente ad un appartamento occupato dal Papa e dalla sua compagna in Roma in via Giulia , pari 1800 euro; la stipula da parte di una società del Casale di un contratto a favore di una conoscente del Papa; ancora la proposta pressante e continua fatta al Casale di costituire - evidentemente con le sole rilevanti disponibilità economiche del Casale - una società - di cui lo stesso Papa sarebbe stato socio occulto e comunque interessato agli utili - che si occupasse della manunzione di immobili, in particolare nel settore sanitario, subentrando agli appalti aggiudicati a suo tempo originariamente alla Romeo Immobiliare di Alfredo Romeo». L'istanza di scarcerazione alla procura di Roma sarà presentata all'inizio della prossima settimana dai legali D'Alise e Di Casola ed è presumibile che l'ufficio giudiziario capitolino si pronunci a stretto giro.

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