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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2011 alle ore 09:51.

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Continuano i colpi di scena nella battaglia giudiziaria di Julian Assange. Dopo aver appena perso il ricorso contro l'estradizione in Svezia per essere interrogato su presunti reati sessuali, il fondatore di Wikileaks ha deciso di fare un nuovo ricorso in extremis alla Corte Suprema. Se venisse accolto, Assange potrebbe rimanere in Gran Bretagna in libertà vigilata in attesa di nuova udienza.
Se invece i giudici respingeranno le argomentazioni degli avvocati secondo i quali il caso solleva tematiche di generale interesse del pubblico, per Assange la partita sarà finita: dovrà volare in Svezia.
Il quarantenne australiano ha definito il verdetto di oggi nei suoi confronti «pieno di cavilli tecnici».


Il fondatore di WikiLeaks, accusato di stupro da due donne svedesi, è stato arrestato nel dicembre scorso a Londra, dopo che Stoccolma aveva emesso un mandato di cattura europeo. Assange, che è agli arresti domiciliari in casa di un amico, ha sempre negato le accuse, sostenendo che le due donne erano consenzienti.

L'ultima apparizione a Londra in piazza con in manifestanti
Julian Assange si è unito il 20 ottobre scorso alla manifestazione degli indignados a Londra, che si è tenuta in contemporanea con tante altre piazze del mondo. Il capo di Wikileaks con il megafono ha arringato la folla invitando tutti i presenti a ribellarsi alla distruzione dello stato di diritto e accusando il sistema bancario responsabile di essere il «collettore di denaro sporco».

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