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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2011 alle ore 11:13.

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La galassia degli scontenti
Dopo il passaggio all'Udc formalizzato ieri da D'Ippolito e Bonciani, la maggioranza a Montecitorio è scesa infatti a 315 deputati: dai 316 vanno infatti sottratti i due deputati in uscita e il pidiellino Alfonso Papa, ai domiciliari, mentre Pietro Franzoso, deceduto proprio oggi sarà sostituito da Luca D'Alessandro. Ma la fotografia dei numeri non tiene conto degli "indecisi", le cui fila si ingrossano sempre più. Non è più incondizionata, infatti, la fiducia al governo dei sei firmatari della lettera al premier per chiedere un allargamento della maggioranza. E se due di loro, Fabio Gava e Giustina Destro, già l'ultima volta si erano astenuti, gli altri (Roberto Antonione, Isabella Bertolini, Giancarlo Pittelli e Giorgio Stracquadanio) sono ancora annoverati nei 314 e potrebbero dunque poter far mancare quattro voti.

I mal di pancia tra gli ex finiani e gli ex Responsabili
In fibrillazione, poi, sono anche gli ex Fli, oggi al Misto, Andrea Ronchi, Adolfo Urso, Pippo Scalia e Antonio Buonfiglio. Mentre una nota dei repubblicani (Pri) avverte che il "sì" di Francesco Nucara al governo non è scontato. Intanto, continuano a perdere pezzi gli ex Responsabili: dopo l'addio del loro ex capogruppo Luciano Sardelli (che già il 14 ottobre si è astenuto sulla fiducia), hanno lasciato il gruppo Popolo e territorio per formare una componente del Misto Arturo Iannaccone, Elio Belcastro e Americo Porfidia. I tre assicurano fiducia al governo, ma aggiungono una pericolosa postilla «al momento». Mentre Pippo Gianni ha chiarito che al 75-80% voterà la sfiducia, salvo poi frenare. E Domenico Scilipoti è apparso sibillino: «Potrei votare sì come potrei votare no». Restano intanto in una posizione critica verso il governo coloro che all'ultimo voto si sono astenuti: oltre a Destro, Gava, Sardelli e Buonfiglio, anche Santo Versace e Calogero Mannino. E anche Antonio Milo, che allora aveva optato in extremis per il "sì", potrebbe cambiare idea.

L'incognita radicali. Turco: voteremo no alla fiducia
Quanto all'opposizione, l'ultima volta (considerati gli assenti) si è fermata a quota 301. Mentre adesso a ranghi completi il potenziale dei "no" è a 306: i 206 democratici, 37 Udc, 24 Fli (non tenendo conto di Fini e di Tremaglia assente nelle ultime votazioni), 22 Idv, 5 Api, 2 Libdem, 4 Mpa , 3 minoranze linguistiche, Giancarlo Giulietti e Giorgio La Malfa. Ma si guarda con un pò di apprensione ai sei radicali. Il Cavaliere ha incaricato Denis Verdini di provare a conquistarli alla causa della maggioranza, ma oggi Maurizio Turco ha ribadito che «noi siamo all'opposizione e non voteremo al fiducia al governo». Dopo il colpo di scena del 14 ottobre e il progressivo allontanamento dal Pd, però, nulla viene dato per scontato.

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