Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2011 alle ore 13:30.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2011 alle ore 10:02.

My24

ATENE - Si è concluso in tarda mattinata ad Atene l'incontro tra il premier greco George Papandreou e il presidente Carolos Papoulias. Il leader del Pasok ha annunciato che avvierà subito «negoziati per creare un governo di ampia coalizione», avvertendo che senza un ampio consenso politico insorgerebbero problemi sulla permanenza della Grecia nell'euro. Papandreou ha dato la sua disponibilità a dimettersi, senza però specificare quando. «Non sono incollato alla poltrona - ha detto - e farò tutti gli sforzi necessari perchè il Paese non vada incontro all'avventura delle elezioni anticipate».

Nella notte il premier George Papandreou ha superato un cruciale voto di fiducia del Parlamento greco di stanotte con 153 voti su 300.
La Grecia ha bisogno di «una coalizione di governo più ampia per garantire l'accordo raggiunto a Bruxelles il 27 ottobre con i partner europei per salvare il Paese» aveva detto il premier prima del voto ma «andare alle urne oggi sarebbe un disastro». Paradossalmente, sottolineano gli osservatori, il voto di fiducia dovrebbe permettergli di lasciare la scena la testa alta, dopo il panico scatenato lunde sui mercati finanziari mondiali dal suo annuncio di referendum e la rabbia dei creditori del Paese che lo hanno bruscamente convocato a Cannes per minacciarlo di tagliare i fondi alla Grecia.

Papandreou è tornato ad Atene ed ha fatto marcia indietro. La nuova coalizione «dovrà restituire credibilità internazionale al paese e assicurare i soldi necessari per la ricapitalizzazione delle banche», ha aggiunto il ministro delle Finanze e peso massimo del partito Pasok Evangelos Venizelos. Il nuovo esecutivo dovrebbe restare in carica almeno fino al febbraio dell'anno prossimo, tempo necessario a completare tutte le tranches di aiuti.

In gioco c'è la ratifica da parte del Parlamento greco del secondo aiuto deciso dagli europei per la Grecia la settimana scorsa a Bruxelles, che prevede 130 miliardi di euro composti a una riduzione di 100 miliardi del debito pubblico da parte delle banche, come pure il voto rapido delle misure di austerity di bilancio chieste dai creditori.

Tuttavia il processo di formazione di un governo di coalizione, chiesto da mesi dai creditori del Paese sulla scia dei consensi ottenuti in Portogallo e in Irlanda, non è automatico in un Paese a tradizione fortemente bipolarista sebbene di tipo dinastico. Giovedì, il capo del partito di destra Nuova Democrazia (ND) Antonis Samaras si era detto contrario a qualunque cooperazione finché Papandreou, molto indebolito dalla crisi del referendum, avesse continuato a essere primo ministro e ne aveva richiesto le dimissioni. Aveva inoltre condizionato la sua partecipazione a un governo di unità nazionale all'organizzazione di elezioni entro la fine di dicembre.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi